Cinquant’anni fa il professor Ettore Spagliardi trasformò l’ospedale in un centro di eccellenza
Fu il professor Ettore Spagliardi che 50 anni or sono cambiò il volto dell’allora Ospedale Mauriziano ad Aosta, trasformandolo da nosocomio periferico in una struttura di eccellenza e come tale riconosciuta anche fuori dai confini valdostani. Un anniversario che cadrà martedì 1° novembre, data in cui nel 1972 - dopo aver vinto un concorso pubblico - il professor Ettore Spagliardi, che era aiuto chirurgo all’Ospedale San Martino di Genova, giunse nella nostra città per assumere l’incarico di primario chirurgo all’Ospedale Mauriziano che mantenne fino a giugno del 1980. Successivamente ritornò dell’Ospedale San Martino del capoluogo ligure dove ricoprì il ruolo di primario della Divisione Chirurgica fino al 28 giugno 1998, epoca del pensionamento. Nominato primario chirurgo emerito e riconosciuto come un gigante della chirurgia italiana, alla veneranda età di 94 anni ha una mente brillante e una memoria granitica. Il professor Spagliardi non esita a definire l’esperienza professionale nella nostra regione - che frequenta tuttora e dove coltiva amicizie inossidabili - «La più bella di tutta la mia vita perché mi ha permesso di realizzare un sogno!». Il professor Ettore Spagliardi aggiunge che «Sono trascorsi 50 anni e credo di poter affermare che, in qualche modo, l’inizio della chirurgia in Valle d’Aosta sia anche merito mio. Dalla squadra che ho avuto il privilegio di comporre e con cui ho avuto la fortuna di poter lavorare sono nate le prime e più importanti innovazioni». L’équipe era composta, tra gli altri, dai dottori Domenico Palombo, Antonio Fosson, Salvatore Razzi, Rosaldo Allieta, Pier Giorgio Guarda, Micky Salval, Marco Levi, Luciano Sblendorio, Girolamo Sommo, Orazio D'Onofrio, Pier Luigi Thiébat e Paolo Pierini. E poi Umberto Parini, prematuramente scomparso il 19 novembre 2007 e al quale è intitolato l’ospedale regionale, che sostituì proprio Ettore Spagliardi. «Grazie alla collaborazione di tutte le divisioni dell’ospedale - prosegue il professor Ettore Spagliardi che vive a Genova - è stato possibile realizzare quella che oggi è, com’è stata negli anni, un’eccellenza non solo di carattere regionale, ma riconosciuta in tutto il Paese e nel mondo per l’attività chirurgica e scientifica». Il professor Spagliardi sottolinea che «Le “mie” infermiere di allora sono sempre care e affezionate e i medici, anche giovani, sanno chi sono e conoscono la storia della Divisione di Chirurgia, come si chiamava un tempo. Questa è senz’altro una soddisfazione personale ma soprattutto quanto resta del grande lavoro portato avanti in anni difficili con impegno, dedizione e professionalità da parte di tutti». Infatti il professor Ettore Spagliardi, che allora ricopriva pure gli incarichi di direttore sanitario e di direttore della scuola infermieri, riorganizzò radicalmente l’attività chirurgica e la cosiddetta ala nuova dell’ospedale con le sale operatorie fu inaugurata con lui, nel 1976. Pertanto venne sviluppata la chirurgia dell’ulcera duodenale e quella dell’ipertensione portale con la tecnica dell’anastomosi porto-cava che a quel tempo in pochi centri in Italia veniva applicata. Il professor Spagliardi favorì la creazione di reparti specialistici, come Urologia, e la rifondazione di altri, per esempio Malattie Infettive e Otorinolaringoiatria. Inoltre fu istituita Anatomia patologica, dato che fino ad allora gli esami istologici erano effettuati a Torino. Parallelamente il professor Spagliardi promosse una prestigiosa attività congressuale con le Giornate medico-chirurgiche della Valle d’Aosta a Saint-Vincent, a cui partecipava il gotha della chirurgia mondiale, tra cui personalità della caratura del professor Pierre Marion dell’Ospedale di Lione, che contribuirono a dare ulteriore lustro alla fama del rinnovato ospedale di Aosta. «Ricordo con piacere e orgoglio gli anni con il professor Spagliardi. - riferisce Domenico Palombo, già Professore Ordinario di Chirurgia Vascolare dell'Università di Genova, che lo frequenta tuttora - Tra noi giovani medici l’entusiasmo era inesauribile perché grazie a lui praticavamo la chirurgia dei grandi centri ed era palpabile la volontà di innovare anche sul piano della ricerca. Il professor Spagliardi era un leader naturale e un’autentica locomotiva sul lavoro, non abbandonava mai un paziente e con noi era di grande garbo nei modi ma in grado di raggiungere sempre gli obiettivi che si era prefissato. Se l’ospedale di Aosta è come oggi lo conosciamo, lo dobbiamo a lui».