Cime Bianche, illustrate le ipotesi progettuali del mega collegamento

Pubblicato:
Aggiornato:

Aumentare l’attrattività dei comprensori sciistici - con il collegamento Monterosa spa e Cervino spa diventerebbero così il terzo comprensorio al mondo -, rendere più robusta l’offerta estiva, rafforzare il posizionamento strategico con una forte attenzione ai temi ambientali, che sta molto a cuore ai turisti del Nord Europa, garantire opportunità di lavoro e benessere sociale, riqualificare, ammodernare e rendere più efficienti gli impianti esistenti. Sono questi i cinque obiettivi del progetto di collegamento Frachey Cime Bianche Cervinia, «che dovrà essere coerente con le strategie di tutela ambientale, a neutralità climatica e a emissione zero». La relazione metodologica preliminare sarà consegnata intorno alla metà di luglio alla Regione. La fase realizzativa durerà circa due anni.

Se ne è parlato mercoledì scorso, 6 luglio, a Champoluc in un incontro aperto a tutti all’Auditorium di MonterosaTerme. Il laboratorio è stato condotto dal gruppo che sta conducendo lo studio di fattibilità ed è stato gestito con una metodologia partecipativa. Alla fine della presentazione il pubblico è stato invitato a dividersi in tavoli per rispondere a un questionario e apportare le proprie idee.

Ha aperto l’incontro Giorgio Munari, amministratore delegato di Monterosa Ski, che ha ripercorso la storia di questo progetto, partita dieci anni fa, quando i consigli comunali di Ayas, delle due Gressoney e di Valtournenche e Fondazione Montagna Sicura hanno realizzato Alpe Link, uno studio sui cambiamenti climatici. Dopodiché il Consiglio regionale aveva deciso di inserire questo collegamento tra le priorità strategiche, affidando gli studi propedeutici a Cervino spa e a Monterosa spa che - capogruppo dell’appalto - ha emesso il bando di gara.

Alla fase di studio partecipano diversi professionisti, poiché sono tanti gli argomenti sul tappeto. «A ottobre i progettisti consegneranno i documenti finali, poi inizierà la trafila burocratica, in primo luogo per la valutazione dell’incidenza dell’impatto ambientale. Cercheremo la soluzione tecnica migliore per salvaguardare e valorizzare il territorio» ha concluso Giorgio Munari.

Sono tre le possibili soluzioni, tutte ancora in fase di valutazione, illustrate da Mauro Naletto ingegnere funiviario: «La partenza sarebbe da Frachey accanto all’attuale stazione a valle. La prima stazione intermedia potrebbe essere l’Alpe Vardaz o l’Alpe Mase, per poi proseguire verso il Col Sommetta e i Laghi delle Cime Bianche. Sarebbero quattro cabinovie, per trentaquattro minuti di percorrenza. L’ipotesi alternativa, più tecnologica, contempla un impianto unico, lungo otto chilometri, all’avanguardia a livello mondiale».

Quanto ai rischi idrogeologici e alla salvaguardia della biodiversità, si sta studiando l’incidenza dei piloni su specie e habitat di questo vallone, che in parte è protetto perché rientra tra le aree con peculiarità faunistiche e geologiche.

Incontro a Champoluc

Intanto, dal fronte dei contrari al collegamento, l’Associazione Ripartire dalle Cime Bianche, il Club Alpino Italiano e la sezione valdostana del Cai hanno pubblicato brevi video in tre lingue - italiano, francese e patois - sul canale YouTube Ripartire dalle Cime Bianche, con voci, volti e pensieri, che raccontano della conoscenza e dell’amore per questo territorio. E’ inoltre previsto un incontro pubblico venerdì prossimo, 15 luglio, alle 17.30 nella sede dei Vigili del Fuoco di Champoluc.

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930