Cime Bianche, il mega comprensorio fa discutere “Siamo al momento decisivo per fermare l’opera”
Si è svolto a Champoluc ieri, venerdì 15 luglio, l’incontro del comitato Ripartire dalle Cime Bianche, dove i contrari al collegamento Ayas-Cervinia hanno esposto motivazioni e auspici davanti a un ampio pubblico, interessato e coinvolto. Ha preso per primo la parola Marcello Dondeynaz, ricordando che, dopo l’acceso dibattito degli ultimi anni, «siamo a una svolta definitiva perché, sulla base dello studio di fattibilità, la Regione deciderà se realizzare o meno l’impianto. Alcuni dei sostenitori lo ritengono un’opportunità per l’economia e per un turismo tutto l’anno, ma hanno anche a cuore la tutela dell’ambiente. Il comitato e il Cai a settembre presenteranno la petizione da sottoporre al Consiglio regionale. Che senso avrebbe un impianto aperto tutto l’anno quando tutti gli altri sono chiusi? Il prezzo da pagare sarebbe la perdita di un vallone di rara bellezza, l’equivalente del prato di Sant’Orso a Cogne». Per questo, la proposta del comitato sarebbe quella di creare un parco protetto come quello del Monte Avic, dove 50 milioni di euro garantirebbero una ventina di posti di lavoro stabili e qualificati per 40 anni di gestione. Altri sarebbero, secondo Marcello Dondeynaz, gli interventi più utili al turismo, tra cui il mulino segheria di Pilaz (118mila euro), la piazza di Saint-Jacques con ecomuseo della pietra ollare (100mila euro), lo scavo di Fejeune (65mila euro) e la rilevazione dei luoghi di estrazione della pietra ollare (30mila euro).
Nel suo intervento, Piermauro Reboulaz, presidente del Cai VdA, ha ricordato come le recenti proposte di ampliamento di alcune stazioni sciistiche siano anacronistiche, perché le proiezioni dei dati climatici per il XXI secolo nelle zone alpine indicano che la durata del manto nevoso sarà sempre più compromessa, almeno fino a quota 2000 metri. Inoltre, «l’ampliamento di un comprensorio sciistico diminuisce le possibilità di sviluppo turistico nelle stagioni non invernali, per il pregiudizio al paesaggio».