Cime Bianche, gli oppositori del progetto chiedono trasparenza
Un finanziamento al 100 per cento regionale per la realizzazione del collegamento intervallivo di Cime Bianche agendo tramite una legge apposita. È la proposta avanzata dal presidente della Cervino Spa, Federico Maquignaz, durante le audizioni nelle 2 commissioni del Consiglio Valle competenti - lunedì scorso, 3 aprile - per l'illustrazione dello studio di fattibilità del collegamento intervallivo delle Cime Bianche, tra la Val d'Ayas e la Valtournenche, da parte dei vertici delle società Monterosa e Cervino.
Le alternative progettuali nello studio di fattibilità sono 5, con un costo che va da 72 a 122 milioni di euro. Nello stesso studio, nella parte relativa all'analisi di fattibilità economico-finanziaria, veniva preso in esame lo scenario che prevedeva per i costi di investimento il finanziamento regionale all'80 per cento e il restante 20 per cento «coperto da capitale di debito, attraverso un mutuo bancario».
«L’audizione dei presidenti delle società coinvolte dal progetto è stata utile e positiva. - commenta Albert Chatrian presidente della terza commissione «Assetto del territorio» - Si tratta di una proposta di impatto regionale, che parla all’ospite che vorrà venire in Valle d’Aosta se tutto si realizzerà. Un progetto che consente di creare le condizioni affinchè davvero tutti possano conoscere la montagna. L’utilizzo di questo eventuale collegamento sarà per tutto l’anno. Non dimentichiamo che nel nostro territorio regionale abbiamo le quote più alte d’Europa, un atout da non sottovalutare di fronte ai cambiamenti climatici che portano sempre meno neve.
Nella scelta bisognerà tenere conto dell’ambiente, che è la nostra “materia prima” più importante, e della prospettiva di un accesso alla montagna 365 giorni all’anno, che deve essere il meno impattante possibile».
«Si continua a discutere di un impianto da costruire senza avere la certezza di poterlo fare: come se un cittadino decidesse di progettare la propria casa su un terreno di cui non sia certa l'edificabilità». Lo dicono le consigliere regionali del Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz e Chiara Minelli, dopo il passaggio nelle commissioni. Le 2 società hanno chiesto che l'intero costo dell'opera - «oltre 114 milioni oggi previsti per la soluzione numero 5 proposta dallo studio e che pare essere quella su cui concentrare l'attenzione» - sia interamente finanziato dalla Regione «attraverso lo strumento di una legge speciale come accaduto per Skyway».
«Ci pare grave, alla luce delle valutazioni da effettuare per gli investimenti dei prossimi anni, non solo per gli impianti a fune ma per tutti gli interventi necessari allo sviluppo della Regione e alle necessità primarie della popolazione. - commentano Chiara Minelli e Erika Guichardaz - Inoltre non si può non tener conto della indicazione che viene dallo studio Deloitte, appena consegnatoci e ancora da approfondire, di operare per la creazione di un'unica società per gli impianti a fune regionali».
Le consigliere hanno poi ribadito che per analizzare tutta la corposa documentazione ci vorrà il tempo necessario e le società si sono rese disponibili agli opportuni approfondimenti, in base alle richieste che i consiglieri formuleranno. «Rispetto alla nostra proposta di divulgazione dello studio e sua pubblicazione sui siti delle società, ai fini di un'opportuna informazione alla popolazione, - dicono - il presidente di Monterosa Ski ha affermato che verrà fatto, qualora la Regione lo indichi».
«I prossimi incontri dovranno essere effettuati in streaming e tutta la documentazione condivisa con la cittadinanza, sui siti della società Monte Rosa e della Regione. Vista la posta in gioco, non si può limitare il dibattito al Palazzo, per nulla di vetro». Con una nota, Ambiente dirittti uguaglianza Valle d'Aosta sottolinea la necessità di «un débat public» sullo studio di fattibilità. Per Adu, «non viene spiegato come si pensi di conciliare una spesa lorda di almeno 150 milioni di euro solo per un impianto, rispetto alla prospettiva unitaria delle società degli impianti a fune, recentemente descritta dalla Deloitte».
Interviene anche Piermauro Reboulaz presidente del Cai Valle d’Aosta: «Dopo che tutti gli organi d’informazione erano entrati in possesso della documentazione, in qualità di portatori d’interesse lo scorso 17 marzo abbiamo chiesto alla Presidenza della Regione di ricevere copia dello studio propedeutico e preliminare alla valutazione di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche, la nota dell’avvocatura della Regione inviata ai consiglieri regionali il 16 marzo, e lo studio sulla riorganizzazione delle società degli impianti a fune commissionato da Finaosta alla Deloitte.
Lunedì 3 aprile le società Monterosa e Cervino hanno presentato in Commissione gli studi propedeutici ed il presidente della Monterosa è arrivato ad affermare che realizzare impianti funiviari migliorerebbe il Vallone delle Cime Bianche, e che i contribuenti dovrebbero finanziare il 100 per cento dell’opera: inutile, devastante, costosissima. A questo punto tutti i cittadini devono poter esaminare i documenti. Ad oggi, 6 aprile, non abbiamo ancora ricevuto alcun cenno di riscontro alla nostra richiesta e sono comunque passati 20 giorni. Ulteriore brillante esempio - conclude Piermauro Reboulaz - di trasparenza, confronto e democrazia in Valle d’Aosta».