Cime Bianche, finito il «tira e molla» Ora la palla passa al Consiglio Valle
Una relazione che sarà sottoposta all'attenzione del Consiglio Valle già nella prossima seduta, convocata per mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio. Si conclude così l'esame in commissione della petizione popolare «Salviamo il vallone delle Cime Bianche», sottoscritta da 2.335 cittadini e depositata in Consiglio lo scorso 28 ottobre, per opporsi alla costruzione di un impianto funiviario tra la Valtournenche e la Val d'Ayas, attraverso il vallone delle Cime Bianche. La relazione è stata approvata con l'astensione di Pour l'Autonomie e il voto contrario del Progetto Civico Progressista.
«Le commissioni - si legge in una nota - ritengono che il punto 4 della petizione (mettere da parte ogni proposito di realizzazione di nuovi impianti di risalita nel Vallone) sia in contrasto con le determinazioni assunte dal Consiglio regionale nella seduta del 30 gennaio 2020, nel corso della quale è stato approvato il Defr contenente la decisione di procedere con lo studio di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche». E aggiungono: «Il Consiglio sarà pertanto chiamato nel prossimo periodo a valutare gli studi propedeutici effettuati congiuntamente dalle società concessionarie Cervino e Monterosa, con l'obiettivo di giungere ad una decisione basata sulle analisi di realizzabilità del collegamento intervallivo in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale, urbanistica e sull'applicabilità delle previste deroghe al decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 e più in generale alla vigente normativa in materia».
Riguardo invece ai punti 2 e 3 della petizione, che si riferiscono alla predisposizione di uno specifico piano di gestione del vallone delle Cime Bianche e alla elaborazione di un programma di studio e valorizzazione dell'estrazione della pietra ollare ad Ayas e nel vallone, «le commissioni ritengono che le attività proposte non siano in contrasto con l'eventuale realizzazione del collegamento intervallivo Cime Bianche». In particolare, «la richiesta riguardante la lavorazione della pietra ollare è già in fase di realizzazione attraverso la piena e fattiva collaborazione tra le competenti strutture della Regione e del Comune di Ayas e ha già prodotto i primi tangibili risultati».
«Abbiamo ricevuto la proposta per le conclusioni elaborata dalla maggioranza - affermano dal canto loro Erika Guichardaz e Chiara Minelli di Progetto Civico Progressista - e, non condividendola, abbiamo proposto una formulazione diversa, sottolineando ancora una volta, che non si sono ottenuti chiarimenti da parte della Regione circa la percorribilità giuridica in ordine alla realizzazione di impianti di risalita nel vallone delle Cime Bianche, ricompreso in un'area Natura 2000. Non è mai infatti mai stato chiarito come si pensi di procedere, tenuto conto dei divieti inderogabili, e non è pervenuta alle Commissioni la nota esplicativa dell'Avvocatura promessa il 9 gennaio dal Presidente Lavevaz, dietro nostra espressa richiesta.»
Nella loro relazione Erika Guichardaz e Chiara Minelli ribadiscono che «sulla base di quanto emerso dall'esame della petizione, sia ineludibile per il Consiglio regionale avere chiara in via preliminare ad ogni altra decisione la percorribilità giuridica dell’ipotesi di realizzazione di impianti di risalita nel Vallone delle Cime Bianche».
«Ancora una volta - concludono - si cerca di mettere a tacere chi chiede di rispettare le leggi vigenti e di verificare preliminarmente ciò che si può o non si può fare».