«Ciascuno ha dovuto fare i conti con la fragilità e la contingenza della condizione umana»

«Ciascuno ha dovuto fare i conti con la fragilità e la contingenza della condizione umana»
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Si è svolto lunedì 11, martedì 12 e mercoledì 13 gennaio scorsi il consiglio nazionale dell’ A.I.Pa.S. (Associazione italiana di pastorale sanitaria), di cui è presidente il valdostano don Isidoro Mercuri Giovinazzo (foto), parroco di Charvensod e di Pollein nonché cappellano dell’ospedale Beauregard e della clinica di Saint-Pierre. Data l’emergenza sanitaria, quest’anno il consiglio nazionale si è svolto a distanza. «Nel corso delle riunioni sono state programmate le attività annuali dell’associazione e la formazione che verrà offerta nell’ambito del convegno nazionale dell’associazione, in programma ad Assisi per il prossimo mese di ottobre. - spiega il sacerdote - Nell’intervento che ho preparato in occasione del consiglio nazionale, ho riflettuto su tutto ciò che abbiamo vissuto, nei complicati mesi passati. Nel 2020 ciascuno ha dovuto fare seriamente i conti con la fragilità e la contingenza della condizione umana, contro un terribile male, una piaga pandemica, comparsa improvvisamente, da chissà dove, che ha portato con sé sciagura, povertà e pianto, obbligando tutti ad adeguarsi alla sua dirompente fame di sovranità. Regole, restrizioni, chiusure, coprifuochi, solitudine e tanta amarezza. Anche un’occasione di riflessione profonda sul senso della vita e sulla forza eccezionale della bontà umana che, anche di fronte ai mali più grandi della storia, ci rende capaci di compiere il miracolo dell’amore incondizionato, un amore che mai dimentica il suo Creatore, finanche le creature. Una luce divina, scorta con la fede, che ci permette di vedere oltre al buio, annullando di fatto le oscure e fitte tenebre che vorrebbero renderci ciechi». Dopo mesi di sacrifici, proseguiti anche nel periodo natalizio, l’augurio di don Isidoro Mercuri Giovinazzo è che l’anno nuovo porti con sé, a poco a poco, la possibilità di recuperare le relazioni umane e famigliari che tanto sono mancate e ancora mancano. «Come i re magi che hanno seguito la luce della stella - conclude - non abbandoniamo la speranza di un futuro migliore! Chiediamo di incontrare la salvezza, quella luce che illumina tutte le genti, la grazia del Signore Gesù».

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