Chiusure e crisi economica La protesta torna in piazza
E' in programma oggi, sabato 24 aprile, in piazza Chanoux ad Aosta, a partire dalle 15, la manifestazione «La Dad è la morte della scuola» organizzata dal Comitato Valdostano per la Tutela dei Diritti Umani e Costituzionali. Tra gli ospiti che si alternano sul palco, l'onorevole Sara Cunial, il dottor Fabio Milani, l'avvocato Nino Filippo Moriggia e la dottoressa Solange Hutter, la preside del liceo Marini-Gioia di Amalfi che il 30 luglio scorso aveva annunciato di intraprendere uno sciopero della fame, come forma di protesta contro una bozza di riforma scolastica che prevedeva l’abbassamento del voto di condotta a chiunque avrebbe violato le misure anti Covid previste.Intanto ieri, venerdì 23, sono stati circa 200 i manifestanti - tra albergatori, ristoratori, commercianti, parrucchiere, estetiste, gestori di palestre e maestri di sci - che sono scesi in piazza Chanoux per protestare contro la chiusura delle loro attività imposta dal Dpcm per contenere la pandemia. Sul palco hanno preso la parola i rappresentati delle varie categorie e tutti hanno chiesto l'immediata riapertura delle attività e i ristori promessi a livello governativo. “Riaperture o dimissioni” si leggeva sullo striscione srotolato di fronte al palco. Nadia Muzzolon, agente di commercio fra i promotori della protesta, ha sottolineato che «Non neghiamo l’esistenza del virus, ma vogliamo chiarezza. I dati del Covid sono alti: forse non siamo noi i colpevoli?».
L’albergatore Piero Roullet ha chiesto ai presenti se sarebbero disposti a firmare un referendum per cancellare ai consiglieri regionali l’indennità di funzione. «Questa regione che dovrebbe essere autonoma, non dovrebbe continuare ad aspettare ordini da Roma e intanto moriamo» ha sostenuto Piero Roullet. L’invito rivolto ai consiglieri regionali perciò è stato quello di rinunciare ad una parte del proprio compenso se non addirittura di sospenderlo fino a che non si deciderà di riaprire. Il maestro di sci Luca Garbarino ha lanciato un grido di allarme: «Alle morti per Covid a breve sommeremo quelle per il disastro economico». Massimiliano Glarey, gestore di un’azienda agricola, ha esortato: «Torniamo a lavorare adesso, ognuno prendendosi le proprie responsabilità per sé, per i propri clienti e per i dipendenti». Non mancano critiche dal palco pure per il “Green Pass” e il coprifuoco: «Gli italiani andranno quest’anno in vacanza all’estero dove non ci sono restrizioni».
Mercoledì 21, invece, protagoniste di una originale protesta sono stati parrucchieri ed estetiste. Nella mattinata i titolari di centri estetici e saloni hanno stazionato al di fuori delle proprie attività con dei cartelli i su cui si leggevano frasi come «Io chiusa e le abusive a fare affari» oppure «Io non contagio» e ancora «La salute passa anche da me». Lo scopo dell’iniziativa era di sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sugli effetti negativi della chiusura dei centri estetici e degli acconciatori in area rossa. I risultati economici, per un settore formato prevalentemente da imprenditrici e lavoratrici, sono disastrosi. E sono aggravati dal dilagare del lavoro nero e degli abusivi che, approfittando delle chiusure, continuano i loro affari illeciti ed entrano nelle case dei clienti senza alcuna misura di sicurezza, con il rischio di favorire la diffusione del virus e rendendo impossibile il tracciamento dei contagi. La richiesta di riapertura è sostenuta dalle oltre 50mila firme raccolte dalla petizione nazionale online lanciata da Cna, Confartigianato e Casartigiani, che è già stata consegnata alla ministra per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini.