Chiusure del Tunnel del Monte Bianco, crescono i timori Politica al lavoro, contatti con la Francia per il raddoppio
«Siamo di fronte a scenari che vanno osservati, attenzionati, per poter assumere ogni possibile misura di mitigazione dei disagi e delle difficoltà che potrebbero derivare». Parole del presidente dell Regione Erik Lavevaz, al termine della riunione durante la quale - martedì scorso, 29 novembre - sono state analizzate le ricadute della chiusura al traffico del traforo del Monte Bianco per 21 giorni consecutivi, dal 17 ottobre al 7 novembre scorsi. All'incontro hanno partecipato tutti i soggetti economici, sociali e istituzionali valdostani interessati dalla problematica, anche in vista delle future chiusure del tunnel per lavori di manutenzione.
La presa di posizione del Consiglio Valle
I lunghi periodi di chiusura del tunnel del Monte Bianco, previsti per i prossimi 18 anni, preoccupano anche Consiglio Valle. Con 32 voti a favore (i soli voti contrari del Progetto Civico Progressista), giovedì l'aula ha approvato un ordine del giorno collegato al Defr e sottoscritto dalla maggioranza e dai gruppi Lega, Forza Italia e Pour l'Autonomie che impegna il governo regionale e sollecita i parlamentari valdostani a «tutte le azioni presso il governo nazionale affinché, nel rispetto dell'integrità ambientale delle vallate, si interloquisca con il governo francese per trovare le migliori soluzioni tecniche, che assicurino un futuro certo all'itinerario attraverso il Monte Bianco anche con scelte di separazione del traffico». E ancora a «proseguire le concertazioni con le autorità regionali e locali francesi per addivenire rapidamente a scelte concordate per l'avvenire del tunnel del Monte Bianco nel quadro dei collegamenti Italia-Francia nel nord-ovest» e «a intervenire in modo corale sulle autorità comunitarie, ricordando l'importanza dell'asse del Monte Bianco, collegamento che fa parte della Rete transeuropea dei trasporti e come tale strategico per tutta l'Europa per merci e viaggiatori».
Per l'assessore regionale alle Partecipate, Luciano Caveri, «il documento a firma di quasi tutti i gruppi consiliari serve per dire, in maniera pacata, che c'è bisogno che i governi francese e italiano si esprimano con chiarezza su queste chiusure».
Quanto alle ricadute economiche conseguenti alle chiusure anche prolungate del collegamento tra Italia e Francia che si protrarranno per i prossimi anni, il presidente Erik Lavevaz nell’incontro di martedì scorso ha condiviso la forte preoccupazione espressa dagli amministratori locali, in particolare dal sindaco di Courmayeur Roberto Rota, e dagli operatori economici, nello specifico dai presidenti della Chambre Valdôtaine e della Confindustria Valle d'Aosta. «L'impatto che preoccupa - spiega - è quello sui territori della regione transfrontaliera del Monte Bianco, che sarà frammentata nella sua continuità interna a causa delle lunghe interruzioni di circolazione nel traforo».
A margine dell'incontro è stato affrontato anche il tema dell'ipotetica costruzione di un'ulteriore galleria di collegamento tra Italia e Francia, attraverso la Valle d'Aosta e l'Alta Savoia, su cui Erik Lavevaz conferma «l'interesse delle istituzioni valdostane», precisando che «si tratta di un dossier, distinto e parallelo alla questione delle prossime chiusure del tunnel, su cui siamo al lavoro anche attraverso interlocuzioni istituzionali. Stiamo intensificando il confronto con le autorità francesi che fino ad ora hanno espresso alcune resistenze».