Chiusi in Valle

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Sono 2.000 giorni quelli in cui resterà chiuso il traforo del Monte Bianco, il principale collegamento della Valle d’Aosta con la vicina Francia, non solo per le persone ma anche per le merci.

La nostra resterà in contatto con Francia e Svizzera solo grazie ai valichi, fino a che il maltempo non li chiuderà, per poi rendersi totalmente isolata per mesi interi.

Dall’altro lato, persiste il solito problema delle ferrovie, annoso perché sono anni ormai che i valdostani e i frequentatori della Valle chiedono a gran voce più treni e più veloci che colleghino l’isola felice al resto del paese.

Resta solo l’autostrada più cara d’Italia spesso e volentieri molto “cantierata”, mortificata ad una sola corsia, che finisce per offrire code continue, rappresentazioni di un’inadeguatezza inaccettabile per turisti e residenti.

Da ciò si evince che la soluzione non siano solo nuovi investimenti, come dice la politica regionale, piuttosto progetti celeri e soluzioni alternative, perché al momento invece che agevolare l’accesso ad una regione turistica lo stiamo complicando, allungando e quindi di fatto impedendo. Siamo consci che sono molte e molto ben organizzate le alternative turistiche di montagna? Pensiamo davvero di essere così appetibili da non dovere fare neppure lo sforzo minimo di fornire dei servizi essenziali ai turisti?

L’isolamento non è una scelta, come la solitudine, che spesso è ricerca, esigenza, l’isolamento invece è una sconfitta, una perdita che si subisce, a volte per presunzione.

L’isolamento è paralizzante: una condizione negativa di mancanza.

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