Chiuderà la sede di Saint-Vincent dell’ex Ipr Rabbia in paese: “Così si desertifica il territorio”

Chiuderà la sede di Saint-Vincent dell’ex Ipr Rabbia in paese: “Così si desertifica il territorio”
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E’ un “regalo di Natale” decisamente sgradito quello che è giunto a Saint-Vincent con una deliberazione di Giunta regionale recentemente approvata: a partire dal prossimo anno scolastico 2022/2023, il corso di Turismo dell’ex Ipr sarà trasferito dall’auditorium della cittadina termale alla sede principale di Verrès, decisione che anticipa la completa chiusura della scuola che avverrà dal 1° settembre 2026. Nella sede di Saint-Vincent rimarranno esclusivamente, fino ad esaurimento, gli allievi delle classi prime, seconde e quarte, attive nell’anno scolastico in corso.

«Una lenta agonia» la definisce il sindaco Francesco Favre che porterà «all’ennesimo impoverimento culturale, sociale ed economico non solo di Saint-Vincent ma di tutta la comunità montana che conta 16mila abitanti». «Stiamo diventando i dormitori della città di Aosta. Non è che non capisca le motivazioni della Regione ma ci va un po’ più di rispetto per i territori» esclama il Sindaco.

«Un balzo all’indietro spaventoso. Torniamo agli anni Settanta quando ci si doveva spostare in città per frequentare le scuole superiori» aggiunge il vicesindaco Maura Susanna.

A motivare la decisione della Giunta regionale la difficoltà sempre più marcata - espressa dal dirigente scolastico e dal consiglio d’istituto e causata in parte dal progressivo calo demografico - a raggiungere il numero minimo di alunni necessario ad attivare la classe prima. Da qui la possibilità di trasferire l’ex Ipr in modo da mantenere l’indirizzo Turismo, oltre che ad Aosta, anche a Verrès, con la speranza di accrescere il bacino di utenza grazie agli alunni provenienti dalle vallate della Bassa Valle. «È una politica che dura da anni a discapito del nostro comprensorio che rimane il secondo polo urbano della regione, assieme a Châtillon. - dichiara il consigliere di minoranza Maurizio Castiglioni - Se si chiude bisogna fornire alternative altrimenti un territorio si desertifica, a partire dalle attività commerciali, con perdita di attrattività e valore dei beni immobiliari. Se si adopera solo un criterio di sostenibilità economica mi chiedo quali servizi siano destinati a restare aperti al di fuori del capoluogo regionale».

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