Chiara Minelli e Erika Guichardaz all’attacco con due interpellanze nel prossimo Consiglio Valle: il disappunto degli (ex?) alleati

Chiara Minelli e Erika Guichardaz all’attacco con due interpellanze nel prossimo Consiglio Valle: il disappunto degli (ex?) alleati
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Continua il braccio di ferro tra progressisti e autonomisti all’interno della maggioranza che regge il Governo Lavevaz. La prossima «prova» è in calendario nel Consiglio Valle di mercoledì 21 e giovedì 22 luglio. Le consigliere regionali di Progetto Civico Progressista Chiara Minelli (ex assessore all’Ambiente) ed Erika Guichardaz (ex presidente di commissione) hanno presentato due interpellanze da discutere nell'adunanza della prossima settimana. Una riguarda la fattibilità del collegamento intervallivo di Cime Bianche e l’altra il programma dei lavori del tavolo di confronto con il Comune di Aosta per la prosecuzione del progetto di ampliamento dell'Ospedale regionale.

“Ad oggi nessun confronto”

«I temi al centro delle iniziative - dichiarano Chiara Minelli ed Erika Guichardaz - rientrano tra quelli evidenziati nel documento programmatico redatto da Progetto Civico Progressista per la verifica di maggioranza e consegnato più di un mese fa, sul quale, ad oggi, non vi è stato un confronto con le forze politiche di maggioranza.

Per contro c'è stata l'approvazione nella scorsa seduta di una legge, quella sulla applicazione della tecnologia a idrogeno nella ferrovia valdostana - punto anch'esso del documento da discutere - in totale contrasto con il programma che questa maggioranza si era data. Le due interpellanze sono quindi una ulteriore richiesta di attenzione ai temi che abbiamo proposto per la verifica programmatica, per cui c'è da parte nostra la volontà di confrontarsi. Pare strumentale che oggi si dia tanto risalto alle nostre due interpellanze quando da mesi vengono portate in Consiglio Valle da componenti della maggioranza mozioni e addirittura proposte di legge in antitesi con quanto stabilito nel programma di legislatura a ottobre, votate leggi della minoranza poi miseramente fallite, inseriti articoli molto pericolosi nella legge omnibus mai rivendicati da nessuno, avviati lavori o fermate proposte, piani e documenti in commissione su temi centrali dello stesso programma. Bisogna ridare centralità ai contenuti - concludono Chiara Minelli ed Erika Guichardaz - e alla visione di Valle d'Aosta che le forze politiche ci hanno invitato a portare avanti.

“Creano sgomento”Prese di posizione e comunicati «Che non possono che creare sgomento e confusione». Di questo parla Albert Chatrian coordinatore di Alliance Valdôtaine.

«Ogni forza politica, legittimamente, coltiva i suoi ideali, ha i suoi cavalli di battaglia, i propri punti irrinunciabili su cui cerca di costruire la sua credibilità e il rapporto con gli elettori. - riferisce Albert Chatrian - Queste posizioni, tuttavia, nel momento in cui si è parte di una coalizione composita, non possono mantenersi rigide e perentorie. È necessario che vi sia una mediazione per giungere a sintesi e poter operare le necessarie scelte amministrative.

Dal nostro punto di vista, questo è un atteggiamento che vale sempre, però a maggior ragione deve valere nei momenti difficili, come quello che la nostra comunità sta vivendo.

Con i cinque eletti di Progetto Civico Progressista che non hanno partecipato all’apertura della crisi, c’è sempre stato confronto. I toni talvolta sono accesi, ma la sintesi si trova, perché si è accomunati da valori condivisi e dalla volontà di trovare le soluzioni più confacenti. Questo non è stato possibile con le consigliere dimissionarie, in parte per la rigidità delle posizioni assunte, in parte forse anche per delle incomprensioni, però certamente il mancato confronto è da imputare alla non partecipazione alle riunioni di maggioranza.

La buona politica e la buona amministrazione non si improvvisano, ci va impegno, dedizione, studio, elaborazione, visione e umiltà. Chi si sente sempre infallibilmente nel giusto, difficilmente riuscirà a trovare la necessaria collaborazione.

Per quanto ci riguarda, come Alliance Valdôtaine, rimandiamo al mittente le illazioni lanciate strumentalmente contro gli autonomisti; cerchiamo di affrontare con coscienza il quotidiano e l'ordinaria amministrazione, dedicando contemporaneamente le nostre energie a gettare le basi per un futuro che è molto incerto, provando a ridare speranza e facendo funzionare meglio la macchina pubblica. «Questo è quanto abbiamo fatto portando il nostro contributo fattivo all’elaborazione delle leggi e dei provvedimenti a sostegno delle imprese e delle famiglie danneggiate dagli effetti della pandemia. - aggiunge Albert Chatrian - Pensiamo che in questi momenti, sia prioritario dedicare le energie dove servono e osserviamo che, nonostante le dimissioni, per noi inopportune, delle due consigliere di Alliance Valdôtaine, fortunatamente nulla si è fermato; il Consiglio regionale ha riacquisito la centralità che gli compete e anche la discussione sull'idrogeno per finire è stata utile sia sul piano politico che su quello tecnico.

Infine, pur ritenendo legittima l’attività ispettiva da parte di ogni eletto in Consiglio Valle, ci pare suoni quasi paradossale e inutilmente provocatoria la presentazione di due interpellanze su temi come l’ospedale e il collegamento intervallivo, che sono stati oggetto di un Defr, votato a larghissima maggioranza dal Consiglio, che traccia le linee future. Perché tornare continuamente sulle stesse questioni se non per una volontà di rottura?».

Chiaritevi tra di voi

Sempre «dalle parti» della maggioranza, l’assessore regionale alle Finanze e alle Opere pubbliche Carlo Marzi, nonchè segretario di Stella Alpina, segnala che il suo movimento «Insieme agli autonomisti ritiene prioritario confrontantarsi con il Progetto Civico Progressista al fine di evitare lo stallo politico e non amministrativo di queste settimane. Il documento, senza firma, presentato dal Progetto Civico Progressista a seguito delle dimissioni dell’assessora Chiara Minelli e della presidente di commissione Erika Guichardaz, evidenzia alcuni temi amministrativi da approfondire rispetto alle legittime differenze di vedute e sensibilità. A seguito quindi di un iniziale silenzio dovuto al rispetto e alla comprensione di tutte le posizione individuali presenti nel gruppo Progetto Civico Progressista, Stella Alpina auspica che si definiscano le posizioni delle due colleghe dimissionarie nei confronti dei cinque colleghi del gruppo Progetto Civico Progressista con i quali si è continuato responsabilmente a collaborare. E che questo costituisca un ritorno al dialogo e al confronto anche sui temi amministrativi più specifici che vedono legittime posizioni di parte diverse. La politica - conclude Carlo Marzi - sceglie alleanze che poi devono mediare su singoli fatti amministrativi e non il contrario».

Con i cinque lavoriamo sereniDal canto suo Corrado Jordan capogruppo di Vallée d’Aoste Unie, altra gamba della maggioranza, riferisce che «Come gruppo consigliare non si è mai interrotto il confronto con tutti i componenti della maggioranza sui diversi temi sia di attualità che programmatori. Riscontriamo unità di intenti e affinità oltre che una reale collaborazione tra i gruppi autonomisti, elementi che ritroviamo anche nei cinque consiglieri di Progetto Civico Progressista con i quali continuiamo a lavorare serenamente».

All’opposizione stanno alla finestra, fino a un certo punto. Tanto che Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega in Consiglio regionale, dichiara senza mezzi termini: «Vediamo una continua inazione amministrativa, preoccupante per la Valle d'Aosta: perché ostinarsi dunque in questa instabilità?». Se lo chiede dopo l'approvazione della legge per studiare l'idrogeno come vettore per il trasporto pubblico in Valle d’Aosta, che nelle scorse settimane ha spaccato la maggioranza regionale. Stefano Aggravi ricorda che il presidente della Regione Erik Lavevaz è intervenuto in aula con un «Inno alla contrarietà» però «quella proposta di legge la maggior parte della sua quasi-maggioranza l'ha sostenuta».

Per questo il consigliere leghista sostiene che - vista la contrarietà di parte del Progetto Civico Progressista e i dubbi espressi da Erik Lavevaz - con una «leadership forte in maggioranza la legge sarebbe stata stoppata sul nascere. Non lo dico certo come membro dell'opposizione - che tra l'altro nelle potenzialità dell'idrogeno crede da sempre - bensì ripensando a quello che è successo ed alle reazioni dell'altra parte del tavolo». Stefano Aggravi conclude: «Una leadership forte non avrebbe “dato gambe” a un testo di legge con tali risvolti politici. E dunque delle due l'una: o faceva comodo, o la leadership non c'è».

L’ultimo atto dell’alta tensione in maggioranza è arrivato ieri, venerdì 16 luglio. Dalle pagine di Facebook Rete Civica, a distanza di una settimana, risponde ai consiglieri Uv Aurelio Marguerettaz e Giulio Grosjacques destinati in primis a Elisa Tripodi e Chiara Minelli, colpevoli - a loro dire - di essersi intestate il finanziamento, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dell’elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta. Il movimento accusa i due consiglieri unionisti di aver «utilizzato volgari maldicenze nei confronti della deputata Elisa Tripodi», dall’ipotesi di una sua futura candidatura in un altro collegio fuori Valle, alla sottolineatura del suo passato da barista.

«L’attacco alla parlamentare valdostana è stato uno dei pezzi forti degli interventi unionisti sulla Proposta di legge per l’idrogeno in ferrovia. - scrive Rete Civica - L’onorevole Elisa Tripodi con l’idrogeno non c’entra proprio nulla, però si è macchiata di una colpa gravissima che la condanna all’ostracismo di molti autonomisti. La deputata ha infatti collaborato con Chiara Minelli per far sì che l’elettrificazione della Ivrea-Aosta fosse finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

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