Charvensod, il Comune vuole rimpatriare la salma di un Caduto della Grande Guerra

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Un rimpatrio simbolico, per mantenere viva e anzi rinnovare la memoria e la storia locale come valore fondante della comunità: l’Amministrazione comunale di Charvensod è al lavoro per riportare a casa la salma di Damien Lucianaz, soldato di fanteria nato a Charvensod il 17 aprile 1894 e caduto il 20 novembre 1917 durante la Prima Guerra Mondiale e attualmente sepolto a Salonicco, in Grecia.

Grazie alle ricerche effettuate è stato possibile rinvenire il luogo di sepoltura, sono stati individuati e contattati i discendenti e sono state avviate le procedure con il Ministero della Difesa per il rimpatrio.

Si tratterebbe del rimpatrio del primo dei dieci Tsarvensolèn caduti durante la Grande Guerra e che riposano per lo più come ignoti in zone di guerra. L’Amministrazione comunale vuole realizzare, all’ingresso del locale cimitero, in posizione centrale un sacrario che sia luogo di onore e di memoria comunitaria nel quale ospitare, oltre ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, anche quelli della Seconda Guerra, oggi sepolti in singole cellette funerarie nel cimitero locale o in quello di Aosta. L’auspicio è di poter accogliere la salma in occasione del prossimo 4 novembre 2023, Giornata dell’Unità nazionale e anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, al fine di esaltarne il valore simbolico in una cornice locale e nazionale di valorizzazione dell’identità di una Comunità.

Si tratta di un nuovo tassello nel percorso di riscoperta e valorizzazione della storia locale, avviato da anni e che ha portato l’Amministrazione comunale a dedicare ai Caduti delle due guerre mondiali degli spazi pubblici, a realizzare un fumetto e un cortometraggio oltre a varie iniziative sempre finalizzate alla custodia della memoria.

«La nostra generazione ha la responsabilità di mantenere il legame con fatti sempre più lontani nel tempo per trasmetterli a chi verrà dopo di noi. - commenta il sindaco di Charvensod, Ronny Borbey - È un dovere che abbiamo anzitutto verso chi non ha potuto vivere la propria esistenza fino in fondo e verso coloro che ci hanno permesso di avere, oggi, democrazia e libertà e, di riflesso, verso chi, domani, dovrà garantirle».

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