«Chanoux fascista», bufera su Domenico Aloisi dopo il congresso regionale di Fratelli d’Italia

«Chanoux fascista», bufera su Domenico Aloisi dopo il congresso regionale di Fratelli d’Italia
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Si è chiusa con le dimissioni di Domenico Aloisi dal coordinamento regionale di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta (nel quale era stato eletto sabato) la polemica sollevata dalle sue parole, durante il Congresso di Fratelli d’Italia, sull’adesione al Partito fascista di Émile Chanoux. «Dimissioni irrevocabili» quale componente fiduciario del coordinamento regionale del partito; nella missiva indirizzata al presidente regionale del partito Alberto Zucchi, Domenico Aloisi (per 10 anni consigliere regionale, dal 1983 al 1991 per l’Msi per poi transitare per 2 anni nel Psi come indipendente, tra i fondatori di Fratelli d’Italia in Valle d’Aosta) scrive: «Alla luce delle vicende emerse in questi giorni sono, con la presente, a rassegnare le mie dimissioni irrevocabili quale componente fiduciario del coordinamento regionale di Fdi. Come tu ben sai, quanto da me esposto al congresso sulla base di documentazione storica, è stato frutto di un mio esclusivo pensiero personale di cui tu non eri a conoscenza e che non è stato in alcun modo concordato. Alla luce di ciò, ritengo opportuno fare un passo indietro per il bene del partito».

Le dichiarazioni e la polemica «Emile Chanoux? Era un fascista. Da questo emerge chiaramente la falsità storica della Resistenza in Valle d'Aosta». In coda agli interventi congressuali - sabato scorso, 17 febbraio - le parole di Domenico Aloisi scatenano una bufera politica. Al congresso di partito Aloisi ha illustrato un documento del 1943 degli archivi della Prefettura, secondo cui il martire della resistenza risultava iscritto al partito nazionale fascista. «Serve a ripristinare la verità storica» ha spiegato. Dichiarazioni che hanno dato vita a una vera e propria bufera.

Tra i primi a reagire Luciano Caveri: «Sul sangue di Chanoux e sul suo esempio non si può speculare e farne una macchietta da mettere alla berlina. Aloisi “rivela” quanto si sapeva da sempre e cioè che Chanoux per poter fare il notaio aveva dovuto prendere la tessera del Pnf. Ma Aloisi dimentica, per piacere ad un pubblico dalle nostalgie del Regime, che Chanoux fu motore della Resistenza antifascista di stampo autonomista ed ebbe un ruolo essenziale nella formazione dei giovani attraverso la Jeune Vallée d’Aoste, divenendo infine martire della Resistenza, ucciso dai fascisti».

«Sono frasi tutt’altro che banali, che toccano profondamente chi nella figura di Chanoux si riconosce, nell’anno dell’ottantesimo anniversario della sua morte. - afferma il presidente della Regione Renzo Testolin - E chi fonda la sua visibilità in un movimento nazionale attaccandosi ad un revisionismo falso la dice lunga sull’attendibilità di chi ha espresso queste affermazioni. Penso anche che i vertici nazionali, anche Giorgia Meloni, debbano testimoniare il distacco da questa visione».

Dalle parole di Aloisi ha preso le distanze l’ex assessore regionale Leonardo La Torre formalmente ancora iscritto a Fratelli d’Italia e - dal centrodestra stesso - Forza Italia: «Alla luce di alcune recenti dichiarazioni pubbliche, come Forza Italia Valle d’Aosta, oltre a prenderne le distanze, intendiamo affermare il nostro fermo posizionamento antifascista, così come siamo sempre stati anche anticomunisti, poiché il nostro partito ripudia e combatte ogni forma di totalitarismo e dittatura. Su simili temi non può esserci alcun tipo di equivoco e non possono essere trattati con questa superficialità».

«Ci sono sembrate piuttosto opache le dichiarazioni di Domenico Aloisi, ex consigliere regionale del Movimento sociale italiano e uno dei fondatori di Fdi, quando, tra gli applausi dei quaranta attivisti presenti al Congresso, ha affermato che Émile Chanoux era fascista e che la storia della Resistenza andava completamente riscritta. Sebbene, a quanto pare, si sia reso subito conto del passo falso commesso, si è giustificato dicendo che tali affermazioni erano solo il frutto delle sue riflessioni personali e si è dimesso dal coordinamento regionale di Fdi. Ci teniamo in ogni caso a ricordare che l'antifascismo di Chanoux è ben attestato dai suoi scritti, dalla sua vita e soprattutto dalla sua morte. Morte, tra le altre, di cui furono responsabili i precursori dello spazio politico di cui Aloisi è uno dei validi promotori». E' quanto scrive il Comité fédéral dell'Uv.

Dal canto suo Alberto Zucchi prova a difendersi: «È il classico giochino di attribuire al partito, cercando di crearne un caso, una valutazione personale peraltro già più volte sollevata» da Aloisi. «A Fratelli d’Italia VdA interessa parlare del presente e del futuro chiedendo risposte politiche alle domande poste sui problemi attuali e su come vengono impiegate le risorse pubbliche. - conclude Zucchi - Capiamo che preferiscano sviare l'attenzione per non darle».

Domenico Aloisi

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