Cervinia, operatori turistici sull’orlo di una crisi di nervi “Questa attesa senza prospettive chiare ci sta sfinendo”

Cervinia, operatori turistici sull’orlo di una crisi di nervi “Questa attesa senza prospettive chiare ci sta sfinendo”
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«La sensazione è di grande sconforto, stanchezza. Ci sentiamo soli, quasi abbandonati».

E’ questo il primo commento di Palmira Neyroz, referente Adava per il comprensorio di Breuil Cervinia, in questi primi giorni dell’anno nuovo, tutt’altro che all’insegna dell’ottimismo.

Il paese è vuoto, desolato, pochi anche i proprietari delle seconde case che sono saliti in occasione delle vacanze natalizie. Un clima surreale che mai si era visto negli ultimi decenni, nonostante le condizioni atmosferiche siano perfette: tanta neve, sole, temperature basse.

«Sono praticamente cresciuta in albergo e mai ho vissuto una situazione simile. - commenta appunto Palmira Neyroz, titolare dell’Hotel Edelweiss - E’ aperta solo qualche piccola struttura a gestione familiare, e quelle che hanno potuto ospitare le squadre agonistiche degli sport invernali, ma la maggior parte degli albergatori che ha bisogno di un minimo di organizzazione per la riapertura al momento è ferma. Come possiamo pensare di aprire senza avere la sicurezza che gli impianti riprenderanno veramente a funzionare lunedì 18 gennaio? Qualche timida richiesta da parte di potenziali clienti arriva ma onestamente non ci sentiamo di dare nessuna conferma perché, anche se da noi al momento non ci sono contagi, non sappiamo cosa potrebbe succedere da un giorno all’altro. Per riaprire dovremmo avere la certezza di potere tenere aperto per un lungo periodo e non solo per una settimana o due. La maggior parte di noi ha dipendenti stagionali che arrivano da fuori regione ai quali di solito applichiamo contratti per diversi mesi. Sono decisioni che non possono essere prese da un giorno all’altro, senza un minimo di programmazione».

«Abbiamo riaperto lunedì 4 gennaio per ospitare per alcuni giorni la squadra nazionale di snowboardcross che da anni si allena a Cervinia e che accogliamo nella nostra struttura, un gruppo di una quindicina di atleti in tutto. - spiega Caterina Nicolò, receptionist dell’Albergo Sertorelli, quattro stelle superior, settanta camere in tutto - Ci riteniamo tra i pochi fortunati perché comunque da novembre con le squadre agonistiche provenienti da tutta Europa e anche da Giappone e Canada, abbiamo sempre lavorato, contando pure i giovani atleti degli sci club. Un’atmosfera surreale, considerato che gruppi di pochi decine di ragazzi hanno a disposizione chilometri di piste in condizioni perfette solo per loro. Praticamente gli impianti aprono su prenotazione e in fasce orarie prestabilite per ciascuna squadra. Una situazione che non si era mai verificata in tanti anni, anche perché di fatto il paese è vuoto, con negozi e locali chiusi. Ora, alla partenza della squadra italiana di snowboard, chiuderemo nuovamente fino a lunedì 18 gennaio, sperando poi di riaprire. Qualche richiesta c’è da parte di italiani per i fine settimana, ma al momento nessuna conferma, vista la situazione. Tutte disdettate invece le prenotazioni da parte degli stranieri».

Anche sul fronte del commercio locale la situazione non è affatto rosea.

«Quello che ci sfinisce è questa attesa priva di prospettive, senza sapere concretamente cosa potremmo fare da lunedì 18 gennaio. - dichiara Irene Berthod presidente dell’Associazione commercianti e titolare del negozio Berthod Sport - In teoria noi commercianti potremmo aprire ora, però aprire per chi se in paese non c’è nessuno? E se i confini delle regioni rimangono chiusi, come fa la gente a decidere di venire da noi? Di fatto siamo fermi da cinque mesi, comunque ciò che pesa maggiormente è non sapere a cosa andremo incontro. Se sapessimo con certezza di dovere rimanere ancora chiusi per settimane, molti si potrebbero organizzare diversamente. Invece viviamo in una sorta di limbo. Non è nella mia indole essere pessimista e alla gente vorrei comunque dire che in questa giorni Cervinia è bellissima, con tanta neve e sole. Aspettiamo i turisti a braccia aperte, appena potranno tornare».

«Da noi non esiste un turismo interno alla regione, come avviene per altre località non valdostane, quindi a queste condizioni, cioè con gli spostamenti vietati tra le regioni, aprire gli impianti sarebbe a mio avviso un dispendio di risorse. - afferma Nicole Maquignaz, vicesindaco e assessore al Turismo di Valtournenche - Il vero peccato è che l’immagine della montagna continua a essere legata solo allo sci alpino. Se le persone potessero muoversi capirebbero che da noi esistono grandi possibilità legate alle passeggiate nella natura, con le ciaspole o con lo sci di fondo. In ogni caso, con gli stranieri bloccati e che frequentavano Breuil Cervinia a febbraio e marzo, stiamo entrando nell’ottica che ormai la stagione invernale è persa».

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