Celebrati i primi vent’anni del colosso Cva Previsti investimenti per seicento milioni

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La Cva, Compagnia valdostana delle acque spa, compie vent’anni. Fondata in modo formale nel 1995, nel 2000 ha acquisito dall'Enel venticinque impianti idroelettrici in Valle d'Aosta. E martedì scorso, 1° giugno, l'azienda ha organizzato una celebrazione in occasione dell'anniversario, con una diretta streaming via YouTube.

Quattro obiettivi

«Abbiamo presentato un nuovo piano industriale, ambizioso, pienamente coerente con gli obiettivi europei in termini di sviluppo sostenibile - ha spiegato Enrico De Girolamo, amministratore delegato della Cva - è un piano in cui investiremo seicento milioni di euro, seguendo principalmente quattro obiettivi. Il primo è il rafforzamento della struttura operativa, per essere pronti all'eventualità delle gare per il rinnovo delle concessioni. Il secondo prevede la diversificazione, con la volontà di intensificarla attraverso quattrocento megawatt installati di fotovoltaico ed eolico nel resto d'Italia».

La Cva ha come obiettivi anche il «Rafforzamento della “business unity” dell'efficienza energetica, per ridurre i consumi e aumentare l'efficienza energetica, perché un chilowatt non consumato è la più rinnovabile delle energie» ha aggiunto Enrico De Girolamo, che ha concluso: «Il quarto obiettivo riguarda la Deval, azienda regionale della distribuzione, con investimenti sulla rete valdostana, per renderla meno impattante».

Tra le più importanti in Italia

In occasione dello stesso appuntamento, il presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha inviato un videomessaggio nel quale ha ricordato che «La Cva ha avuto una crescita importante, in un lasso di tempo relativamente breve. È stata una crescita degli uomini» ha detto il Presidente della Regione. Che ha aggiunto: «La Cva è diventata tra le più importanti aziende in Italia per le energie verdi. È sempre in grado di essere al passo con i tempi, in un mondo di cambiamenti veloci come quello delle energie». In vista della scadenza delle concessioni idroelettriche, prevista per il 2029, Erik Lavevaz ha aggiunto che «La Cva è in grado di affrontare le sfide del futuro con il giusto piglio». Ha poi ricordato il ruolo che l'azienda elettrica ha in Valle «Per la sensibilizzazione dei nostri giovani sui temi energetici, ambientali e della sostenibilità».

La rivoluzione delle rinnovabili

«La rivoluzione energetica delle rinnovabili è simile a quella che cent'anni fa ha portato all'idroelettrico» ha detto invece Marco Cantamessa, presidente della Cva in occasione delle celebrazioni per i venti anni del colosso idroelettrico valdostano. Marco Cantamessa, professore di Ingegneria gestionale al Politecnico di Torino, ha ricordato che il gruppo Cva - di cui fanno parte anche Cva Energie e la Deval - è nato «Grazie a una decisione strategica della Regione Valle d'Aosta di acquisire gli impianti idroelettrici dell'Enel. Si è strutturata una vera e propria azienda, non solo di produzione di energia elettrica, ma di distribuzione e con una serie di iniziative strategiche».

Marco Cantamessa ha ricordato come «Nei primi dieci anni ci sia stato un consolidamento e la costruzione dell'articolazione societaria. Nei successivi dieci, sia è andati oltre la Valle d'Aosta, oltre l'idroelettrico verso l'eolico e il fotovoltaico».

Il passato delle concessioni

«In Valle si applicano norme dello Statuto del 1948» e per questo è stata possibile la regionalizzazione delle centrali idroelettriche che, nel 2000, hanno creato la prima dotazione produttiva della Cva. Luciano Caveri, attuale assessore regionale alle Società partecipate, negli anni dell’operazione Cva prima deputato alla Camera e poi europarlamentare, lo ha ricordato alla cerimonia per i vent’anni della Compagnia valdostana delle acque per ripercorrere il passato delle concessioni elettriche in Valle. Dopo alcune sentenze della Corte costituzionale, si arrivò negli anni Sessanta alla «nazionalizzazione». Negli anni Novanta, la «Grande novità arrivò dal principio di liberalizzazione del settore dell'energia elettrica attraverso Bruxelles, con le normative comunitarie. Così si è potuto smontare il grande macchinone del monopolista Enel, trovando delle soluzioni».

La piena attuazione del dettato statutario, che prevedeva la proprietà delle acque ai valdostani, è stata possibile «Trovando lo strumento giuridico per tornare alla situazione precedente alle sentenze della Corte costituzionale». Dal 1995, è stato possibile avviare il percorso che da lì al 2000 vide il passaggio di venticinque centrali dall'Enel alla Regione.

La proprietà delle acque

L'ex presidente della Regione Dino Viérin - ai vertici dell'Amministrazione regionale al momento del passaggio delle centrali idroelettriche dell'Enel alla futura Cva - ha ricordato invece un aneddoto: «Tutta l'operazione rischiò di non essere portata a termine - ricorda Dino Viérin - perché la cessione venne annunciata in modo improvvido quando la Borsa era aperta, con un crollo del titolo Enel. Il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, non era al corrente di questa operazione. Per fortuna, l'amministratore delegato dell'Enel Franco Tatò era già in viaggio verso la Valle, e dopo una cena conviviale a Pondel decise di firmare comunque l'accordo».

Dino Viérin, insieme a Luciano Caveri, fu tra i fautori dell'operazione che portò all'acquisizione dei venticinque impianti ubicati in Valle per trecentosettantacinque milioni di euro, nel ramo della produzione che poi sarebbe confluito nella Cva, oltre a diciannove milioni di euro per il quarantanove per cento della distribuzione, diventato Deval.

Dal punto di vista politico, Dino Viérin ricorda che l'acquisizione delle centrali dell'Enel da parte della Regione e la nascita della Cva «Fu un modo per dare una risposta alla questione della proprietà delle acque. La piena titolarità delle acque è andata in mano pubblica, compreso il suo utilizzo a scopo idroelettrico». Questo ha consentito «L'utilizzo della risorsa idrica per una politica tariffaria a favore delle aziende e delle famiglie, per incentivare e attrarre nuovi stabilimenti produttivi in Valle e per un vantaggio a favore dei proprietari delle acque, i valdostani stessi, per calmierare il costo delle bollette».

E tra i protagonisti di quella operazione è doveroso ricordare pure Pier Paolo Pierini, uomo che ha dato tanto all’Enel della Valle d’Aosta e che ha dedicato molto tempo professionale e personale a far migliorare il comparto energia in tutta la regione. Cercando sempre di avere un occhio di riguardo per la terra che lo aveva ormai adottato e, per questo, scontrandosi sovente e direttamente con i vertici Enel di Roma. In questo parteggiare per la «sua Valle», Pier Paolo Pierini ha sempre creduto e per primo ha spinto verso «l’autonomia delle acque», la salvaguardia e l’indipendenza del comparto in Valle d’Aosta. E fu tra gli ideatori, organizzatori e promotori di quella che sarebbe divenuta la Deval, apripista delle altre società (tra cui Cva) sviluppatesi successivamente.

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