Cava di Chetoz, il progetto va avanti “Non creerà grandi sconvolgimenti”
Nel corso della seduta di mercoledì scorso, 7 luglio, il Consiglio regionale ha preso atto della petizione popolare, sottoscritta da 99 persone, contro l'apertura di una cava di ghiaia a Chetoz di Quart, depositata all’inizio del mese di maggio. L'iniziativa era stata assegnata alle Commissioni consiliari terza e quarta, che, nella giornata di martedì, hanno approvato una relazione all'unanimità dopo aver condotto congiuntamente una serie di approfondimenti e audito i firmatari, il sindaco di Quart Fabrizio Bertholin e il Coordinatore del Dipartimento Ambiente della Regione Luca Franzoso. «Considerato quanto emerso dalle varie audizioni, abbiamo preso atto dell'iter autorizzativo che ha portato la Conferenza dei Servizi all'espressione di un parere favorevole allo sfruttamento della cava in questione, così come ribadito dal coordinatore dell'Assessorato competente. - ha detto in aula Albert Chatrian, presidente della terza Commissione, illustrando la relazione - Va detto che il progetto è una versione ridotta rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. È stato utile per le Commissioni acquisire tutta la documentazione, per quanto l'iter delle strutture regionali si fosse già concluso nel mese di maggio con tutti i pareri positivi delle numerose strutture coinvolte, che non avevano ravvisato incongruenze. Chiediamo al Presidente della Regione, nelle sue attuali funzioni di Assessore all'Ambiente, di monitorare l'andamento dei lavori, in modo che le famiglie che abitano nelle adiacenze della cava possano convivere con l'attività estrattiva di questa piccola cava».
«Sono contento che le Commissioni abbiano svolto un lavoro approfondito verificando in primis che fosse stato rispettato l'iter autorizzativo e che fosse stata data ampia pubblicità a questa iniziativa. - ha aggiunto il presidente della quarta Commissione Giulio Grosjacques - Alla luce della documentazione che ci è stata fornita, la nostra non ha potuto che essere una presa d'atto rispetto a questa estrazione di materiali inerti. Non è una speculazione perché la quantità di materiale sarà limitata e questa cava non andrà a creare grandi sconvolgimenti in quell'area; inoltre, sarà previsto un recupero ambientale al suo termine».
I firmatari della petizione contestano la creazione della cava in quanto temono in particolare che «l’eventuale inizio degli scavi renderebbe la zona altamente instabile con alto rischio di smottamenti».