Causa Zilli: il Comune di Borgofranco dovrà pagare 780mila euro per la casa alluvionata

Causa Zilli: il Comune di Borgofranco dovrà pagare 780mila euro per la casa alluvionata
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Il Comune di Borgofranco è tenuto a risarcire di 780mila euro la famiglia Zilli, vittima dell’alluvione del 1994 che rese inagibile l’abitazione in borgata Paratore, poi distrutta dalle ruspe assieme ad altri immobili non più sicuri. Questo il verdetto finale emesso dalla Cassazione sulla causa, ormai trentennale, intentata da Silvia Zilli, che accusava le Amministrazioni comunali succedutesi nel tempo di inadempienza a fronte dei danni subiti e delle spese sostenute per la loro ricollocazione, quando invece si sarebbe dovuto provvedere a un’immediata operazione di messa in sicurezza della borgata, piuttosto che al suo abbattimento a seguito dell’evento alluvionale che mise in ginocchio il Canavese 30 anni fa, sommergendo il Comune di Borgofranco in più di un metro d’acqua per le strade. Contro le decisioni prese dall’Amministrazione comunale di allora (era sindaco sempre l’attuale primo cittadino Fausto Francisca) agì la famiglia Zilli, intentando 2 cause, una riguardante il danno subito e l’altra, occorsa nel 2016, sulle spese sostenute relativamente al ricollocamento familiare. Il Comune aveva rigettato entrambi i capi, presentando ricorso, ma i giudici hanno finito per dare ragione alla parte lesa. La cifra di risarcimento, già accantonata dal Comune, è stata sbloccata mediante una variazione di bilancio approvata nell’ultimo Consiglio comunale, con astensione del gruppo di minoranza.

Al riguardo, il Sindaco ha però lasciato aperto uno spiraglio che potrebbe portare avanti la questione, con il coinvolgimento della Corte dei Conti e di un’eventuale indagine volta a fare luce su un presunto danno erariale, con la disamina di tutti i soggetti coinvolti fin dal 1994. «Questa cifra enorme - spiega Fausto Francisca - corrisponde alle entrate di tasse di un anno. La verità processuale, secondo me, confligge con la realtà storica. Una domanda di una revisione dell’intera vicenda, che coinvolge la Regione Piemonte e gli altri enti competenti, resta ancora inevasa».

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