Catherine Destivelle: l’alpinismo spiegato ai ragazzi
spiegato ai ragazzi
Catherine Destivelle è stata tra i più grandi alpinisti degli anni Novanta, dopo essere stata tre volte campionessa del mondo di arrampicata sportiva. Tra le sue imprese, nel 1991, la prima ripetizione femminile in solitaria della via Bonatti sulla parete ovest del Petit Dru e poi, in undici giorni di scalata in solitaria invernale, l’apertura di una nuova via sulla parete ovest del Petit Dru. Sempre in solitaria, ha concluso la trilogia invernale delle grandi pareti nord delle Alpi: nel 1992, in diciassette ore, la Nord dell’Eiger; nel 1993, la via Cassin, allo Sperone Walker delle Grandes Jorasses e nel 1994 la via Bonatti sul Cervino. Poi le grandi spedizioni extraeuropee: Antartide, Himalaya, Karakorum. A 60 anni ha ricevuto il più alto riconoscimento per un alpinista: il Piolet d’Or 2020 alla carriera.
Oggi scrive libri, realizza film di montagna e ha fondato una casa editrice, Les Éditions du Mont- Blanc. E dopo aver raccontato che cos’è l’arrampicata sportiva, come è nata e come funziona (Vuoi provare l’arrampicata? Mulatero 2019) oggi prova a spiegare ai ragazzi che cos’è l’alpinismo. La traduzione italiana è stata curata e arricchita nella parte storica da Pietro Crivellaro e pubblicata sempre dalla casa editrice Mulatero, dal 1984 specializzata nella letteratura sportiva e in particolare dello sci e dell’alpinismo.
Vuoi conoscere l’alpinismo? è molto bello. Un piccolo manuale illustrato che, come scrive l’autrice rivolgendosi a un pubblico di curiosi incompetenti, «ti faccia venir voglia di scoprire il mondo della montagna e dell’alpinismo. Qualunque sia la tua età, l’altezza e la corporatura, i problemi e le paure, puoi incominciare ad andare in montagna per contemplarla e farci delle passeggiate. Poi, se questo assaggio dei grandi spazi ti piace, puoi spingerti più in altro per respirare l’odore del cielo. L’alpinismo è un’attività per tutti!»
Nel libro si alternano capitoli storici e capitoli tecnici, consigli pratici e curiosità. Ti spiega cos’è uno spit, un friend, o come ci si può tirar fuori da un crepaccio, come ci si lega in cordata o come comportarsi con il pericolo delle valanghe. Ti mostra l’attrezzatura necessaria per arrampicare e ti spiega le tecniche essenziali per muoverti in sicurezza sui diversi tipi di terreno. Insomma, tutto quello che deve sapere uno che si avvicina per la prima volta alla montagna. Non necessariamente solo per arrampicare. Anche solo per leggere di imprese alpinistiche altrui, cercando di capire che cos’è una cengia o una forcella, un diedro o una placca, la differenza fra “libera” e “artificiale” o fra le tecniche la progressione su ghiaccio o su roccia. O vuole capire come funziona il dry-tooling. O anche solo vuole incominciare a orientarsi nella storia dell’alpinismo, dai primi pionieri che salivano con ingombranti barometri e fragilissimi termometri, fino al free solo e alle invernali himalaiane dei giorni nostri.
Benché Catherine Destivelle non sopporti chi sottolinea il suo essere donna e ami ripetere che «è la via che conta, non il genere di chi la fa», alcune pagine interessanti sono dedicate all’alpinismo femminile. Una presenza fino ad oggi molto rara nella letteratura alpinistica, e non per l’effetto distorto di una storia scritta dai maschi, ma perché realmente attività a predominanza maschile, frutto di uno stereotipo antico e tenace che, apparentando l’alpinismo a una disciplina militare, non ha mai visto di buon occhio una donna, vestita da uomo, sfidare ruoli e costumi sociali millenari.
Sicuramente gli specialisti dei singoli settori avranno qualche appunto, come sempre accade di fronte alle inevitabili semplificazioni di sintesi divulgative (io, per esempio, non attribuirei a Mummery l’invenzione dell’alpinismo sportivo, ma lo retrodaterei di almeno cinquant’anni, ma sono questioni che appassionano soltanto un insignificante gruppetto di storici dell’alpinismo). Quello che mi sembra più interessante (almeno per chi non si permetterebbe mai di entrare negli aspetti tecnici) è soprattutto l’idea dell’alpinismo che sta al centro del libro. Una montagna che è “scuola di vita”, adatta a tutti: «La tua età, corporatura, le tue paure e i problemi non contano: scalare è un’attività per tutti e chiunque può provarci. Il premio saranno grandi emozioni ed enormi soddisfazioni». Da affrontare però nella massima sicurezza. Un’idea della montagna ribadita sin nella nota introduttiva, dove «l’autrice raccomanda caldamente a chi intenda avviare dei bambini all’alpinismo, di rivolgersi a guide alpine, ovvero di praticare l’attività all’interno di un’associazione che offra le necessarie competenze e garanzie».