Castello di Saint-Pierre, entro la fine di novembre la riapertura del Museo di scienze naturali

La storia e la scienza si intrecciano al Castello di Saint-Pierre, che potrebbe riaprire già alla fine di novembre anche nella sua connotazione di «Museo regionale di scienze naturali Efisio Noussan».

Chiuso al pubblico dal 2008, per un complesso intervento di restauro, risanamento conservativo e riallestimento museografico, il castello museo ha visto un primo lotto di interventi che si sono conclusi nel 2014, mentre i lavori del secondo lotto sono stati avviati nel 2019 e si stanno concludendo e invece lavori del secondo lotto sono iniziati nel 2019 e si stanno concludendo le ultime procedure e lavorazioni. Nel frattempo, nel 2015 le funzioni del Museo regionale di Scienze naturali sono state trasferite alla Struttura biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette dell'Assessorato Ambiente, Trasporti e Mobilità sostenibile.

Il «Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan» prende il nome dal suo fondatore e, oltre alla sede espositiva nel castello di Saint-Pierre, è costituito anche dalla sede operativa del centro di ricerca scientifico-naturalistico del Marais di La Salle, dove per esempio si è studiata la mummia di marmotta rinvenuta sul Lyskamm e di recente datata 6.600 anni fa.

Anteprima per gli esperti

Proprio in previsione della prossima riapertura, un’anteprima sulla «sala del trono» del castello è stata offerta agli intervenuti al Congresso annuale dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici (Anms), organizzato ad Aosta a Palazzo regionale la scorsa settimana in collaborazione con l'Anms, sul tema «Musei scientifici, ambiente, territorio. Nuove visioni, obiettivi, servizi, relazioni per comunità sostenibili».

Direttori e operatori dei principali musei scientifici italiani sono stati accompagnati nella visita da esperti della Soprintendenza ai beni culturali e dalla dirigente Santa Tutino, che guida la struttura Biodiversità e aree naturali protette dell’Assessorato dell’Ambiente e Risorse naturali ed è direttrice del museo.

«Abbiamo avuto un riscontro ottimo - commenta la dirigente - sia per la partecipazione nutrita al congresso, che ha portato in Valle oltre cento tra direttori e responsabili di musei, sia per le loro impressioni sul lavoro svolto per l’allestimento, ma anche per le attività che il Museo sta portando avanti nella sede operativa di La Salle, in termini di ricerca, divulgazione e conservazione del patrimonio. E’ stato fondamentale questo scambio di esperienze e condivisione con altre realtà museali».

Storia, scienza e tecnologia

In ogni sala del museo sono state predisposte proposte interattive, con postazioni multimediali e video come ormai è previsto in ogni museo. «Si tratta di un museo - continua Santa Tutino - l’impostazione è scientifica ma divulgativa, i contenuti e i messaggi scientifici sono rigorosi ma accessibili comunque al grande pubblico. Il percorso di visita presenta la storia del castello e la storia naturale della Valle d’Aosta». «Attualmente non abbiamo un museo di scienze in Valle - aggiunge - quindi andiamo prima di tutto a sanare una carenza e ad accrescere l'offerta culturale scientifica, pensando all’utenza scolastica ma non solo. Certo il nuovo museo è completamente diverso dal precedente, perché i canoni espositivi sono diversi da quelli del 1985, quando è stato fondato».

Il castello, per le sue particolarità architettoniche e storiche, ha richiesto diversi accorgimenti. «Come in ogni edificio monumentale, - spiega ancora la direttrice del museo - i lavori sono stati condizionati dall’esigenza di salvaguardare e valorizzare il monumento, dagli scavi realizzati nel primo lotto di lavori al restauro degli affreschi delle facciate e degli interni. Il punto di forza principale sta proprio in questo doppio registro di visita e quindi nella possibilità di offrire al turista la visita di un castello e di un museo di scienze naturali».