Castello di Introd, la proposta del Comune alla Regione «Disponibili a farci carico della gestione del maniero»

Castello di Introd, la proposta del Comune alla Regione «Disponibili a farci carico della gestione del maniero»
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Il Comune di Introd è pronto a farsi carico della gestione - e delle relative spese - del Castello di Introd. Il consiglio comunale lo ha messo nero su bianco in una delibera approvata nella seduta convocata dal sindaco Vittorio Anglesio giovedì pomeriggio. Nello stesso documento il Comune fa presente di non essere in grado di esercitare il diritto di prelazione «a causa dell’indisponibilità delle risorse economiche necessarie». E allora propone «di assicurare alla Regione autonoma Valle d’Aosta, qualora questa decidesse di esercitare il proprio diritto di prelazione, di sollevare la stessa da impegni relativi alla gestione e, previ accordi con la Regione, di porre tra i propri impegni futuri prioritari la prosecuzione a proprio carico e a propria cura della gestione e dell’ampliamento dell’apertura e delle attività di fruizione del Castello».

In particolare l’Amministrazione locale si impegnerebbe a proseguire la gestione «secondo le modalità attuali almeno per i prossimi 5 anni; assicurando l’apertura durante tutti i giorni della settimana nella stagione estiva e prevedendo degli eventi notturni; stringendo accordi con enti - quali ad esempio la Fondation Grand Paradis e l’Università della Valle d’Aosta - e associazioni - come la locale associazione Atelier des Rêves che organizza l’evento “La nuit des temps” - per implementare gli eventi, precedentemente limitati per richiesta dei proprietari che soggiornavano a Introd nel mese di agosto». Non solo. Tra gli obiettivi del Comune pure «migliorare la cartellonistica e la viabilità al fine di governare in modo più efficace i flussi verso i parcheggi e la biglietteria; programmare degli investimenti da concordare e realizzare in collaborazione con la Regione che siano volti a progettare e realizzare un sistema di illuminazione esterna per valorizzare il corpo principale del Castello, il parco e il granaio - attualmente è illuminata solo la torre interna alla corte -; progettare e realizzare gli interventi indispensabili per la messa in sicurezza del piano superiore per consentire quanto prima la visitabilità e a seguire il suo recupero e il suo restauro».

Il sindaco Vittorio Anglesio inoltre segnala che «dal territorio sono pervenute proposte» che riguardano «l’istituzione di una fondazione a cui potrebbero partecipare vari enti pubblici, aziende pubbliche, aziende private e persone fisiche oppure, in alternativa, l’ipotesi di inserire la gestione del castello». Più in generale non sono mancati «suggerimenti relativi all’uso del Castello e del suo parco che comprendono eventi artistici, iniziative educative e ricreative per la comunità, corsi amatoriali e scuole professionali, eventi pubblici e privati, e come questo coinvolgimento dimostri l’interesse della comunità nel senso etimologico di stare in mezzo e quindi di appartenere».

Intanto la sabbia continua a scendere da una parte all’altra della clessidra e i 60 giorni di tempo che aveva a disposizione la Regione per far valere la prelazione sono già meno di 50.

Il Castello di Introd è stato alienato dai proprietari Giuseppe Caracciolo di Brienza e Maria Cristina Catemario di Quadri, entrambi 85enni, a favore di Giovanni Suraci, 61 anni, amministratore unico della società Sag1985 srl con sede legale a Milano in via Paolo da Cannobio, capitale sociale 10mila euro.

L’atto preliminare - obbligatorio nel caso di vendita di un bene storico e vincolato - è stato stipulato giovedì 10 marzo dal notaio Lorenzo Grossi di Milano e trasmesso agli aventi diritto alla prelazione venerdì 11 marzo. Da quel momento decorrono i 60 giorni di tempo per decidere la prelazione da parte di 3 soggetti: lo Stato, la Regione Valle d’Aosta e il Comune di Introd. Il prezzo di vendita determinato in atto è di 4,8 milioni di euro, ai quali bisogna aggiungere il 9 per cento della tassa di registro - 432mila euro - e le spese notarili, quindi un totale che si aggira sui 5 milioni e 300mila euro. Oggetto della compravendita lo storico immobile restaurato completamente nei primi decenni del Novecento, che catastalmente comprende 35 vani. Con i terreni, circa 9mila metri quadrati in tutto.

Regione, continuano le valutazioniIl Consiglio Valle ha respinto - giovedì 24 marzo - la mozione proposta dalla consigliera del Progetto Civico Progressista, Chiara Minelli, sull'esercizio del diritto di prelazione da parte della Regione, dopo la firma dell'atto di compravendita delll'immobile. Il testo della mozione, così come emendato in aula dalla Lega, intendeva impegnare il governo regionale a concludere gli approfondimenti sulla fattibilità legale ed economica per l'acquisizione della dimora storica, oltre che sulla sostenibilità di una gestione pubblica funzionale alla sua valorizzazione.

«Sono 3 gli aspetti fondamentali sui quali si sta lavorando in questo momento: - ha spiegato in aula il presidente della Regione, Erik Lavevaz - la verifica legale della procedura amministrativa, la verifica della congruità dell'offerta, che non è un passaggio banale perché siamo una pubblica amministrazione ed è attraverso la perizia che sarà valutato il suo valore, la sostenibilità futura di gestione del bene, che è l'ultimo dei passaggi». E aggiunge: «Ho già rappresentato a più riprese l'importanza che riveste questo bene architettonico e storico per la Regione: non credo che questa mozione sia utile a farci lavorare più in fretta perché i tempi sono già ben definiti e sono scattati dal momento in cui abbiamo ricevuto la comunicazione dell'atto di compravendita. Mi sembra piuttosto un modo per piantare una bandierina». Il provvedimento è stato quindi respinto con 22 voti di astensione e 13 a favore (Lega e Pcp).

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