Casinò, sfilata di politici in procura Nel mirino l’incontro con Ferriani

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Hanno riguardato principalmente le circostanze e i contenuti di un incontro della scorsa settimana sul Casinò di Saint-Vincent tra esponenti politici e il commercialista Corrado Ferriani le testimonianze dei cinque consiglieri regionali, sentiti ieri - venerdì 14 dicembre - dal pm Luca Ceccanti e dalla guardia di finanza come persone informate sui fatti. Le deposizioni hanno affrontato anche altre questioni concernenti le recenti gestioni della casa da gioco e l'orientamento che la nuova maggioranza intende assumere nella delicata vicenda della crisi aziendale.

L'ultimo ad essere sentito è stato l'assessore regionale Luigi Bertschy. Prima di lui Augusto Rollandin, Stefano Aggravi, il presidente della Regione Antonio Fosson e l'assessore Albert Chatrian. Per il momento le convocazioni della procura sono terminate.

Gli approfondimenti si sono concentrati sulla riunione avvenuta in Regione venerdì scorso, tre giorni prima che la Giunta Spelgatti fosse sfiduciata. All'incontro, oltre a Ferriani e ai politici sentiti, aveva partecipato anche Leonardo La Torre (Pour Notre Vallée). Sul tavolo della procura sono due i fascicoli aperti concernenti la casa da gioco: il primo riguarda la procedura di fallimento della Casinò de la Vallee spa. C'è poi un'inchiesta sui rapporti tra la Casinò de la Vallée e la società De Vere, principale fornitrice della casa da gioco ai tempi della gestione dell'amministratore unico Giulio Di Matteo. Quest'ultimo procedimento era scaturito da un esposto dell'ex assessore Stefano Aggravi. Entrambe le indagini sono condotte dai militari del Gruppo Aosta della guardia di finanza, gli stessi con cui il sostituto procuratore ha ascoltato i cinque politici.

Nel biennio 2017-2018, scrive la procura nella richiesta di fallimento del 7 novembre scorso, si è verificata una emorragia di denaro dalla casa da gioco. Si tratta di 3 milioni 593 mila 226 euro destinati a consulenti, società e professionisti esterni, di cui 2 milioni e 60 mila euro alla De Vere concept srl, società nata nell'ottobre 2017 e che, dal gennaio 2018, si occupa di co-marketing e tornei di poker per il Casinò di Saint-Vincent. Gli incarichi di consulenza - per gli inquirenti - avrebbero potuto essere svolti dai numerosi dipendenti della casa da gioco.

Riprende la trattativa

Intanto è stato convocato per mercoledì prossimo, 19 dicembre, il tavolo di confronto tra la Casinò de la Vallée spa e i sindacati sul piano di tagli al personale, che prevede 168 licenziamenti ai quali si aggiungono 105 mancati rinnovi di personale a tempo determinato. Il primo incontro si è tenuto giovedì scorso, 13 dicembre, ma è stato sospeso per la protesta dei sindacati che hanno lamentato l'assenza prolungata dei vertici aziendali, assentatisi per il pranzo. «Ci hanno detto che c'era tanta fretta di fare degli accordi e poi ci convocano solo dopo una settimana, si fa fatica a capire il percorso che si vuole fare, dopo una riunione che si è chiusa con un nulla di fatto, anzi con un episodio a dir poco vergognoso e irrispettoso nei confronti dei lavoratori» ha commentato Claudio Albertinelli del Savt.

St-Vincent non è Campione«In merito ad alcuni dubbi sollevati riguardo un emendamento al Dl fiscale che prevede misure per il rilancio di Campione d'Italia, tengo a precisare che l'assenza di un analogo emendamento per il rilancio del Casinò di Saint-Vincent è giustificata da alcune sostanziali differenze tra le situazioni delle due case da gioco»: lo sostiene la deputata valdostana Elisa Tripodi (M5s). «Il Casinò di Campione - aggiunge - ha dichiarato il fallimento e dovrà essere un commissario straordinario a valutare la sussistenza delle condizioni per l'individuazione di un nuovo soggetto giuridico per la gestione della casa da gioco. A Saint-Vincent questo non è ancora successo e ci auguriamo che l'estromissione della vecchia politica dalla gestione del Casinò scongiuri il rischio di fallimento». «A fronte comunque dei pesanti sacrifici che potrebbero pagare i dipendenti, - conclude Elisa Tripodi - il mio impegno sarà quello di portare le loro istanze davanti ai Ministri competenti per la ricerca di una soluzione».

«Si tratta di un argomento fiscale e non finanziario (la norma è contenuta nel decreto fiscale e non in legge di bilancio) - afferma il senatore Albert Lanièce - che investe in pieno le nostre competenze di Regione a Statuto Speciale e per fare modifiche di questo tipo è necessaria una norma di attuazione, esattamente come è avvenuto per la manovrabilità fiscale, ultima norma di attuazione approvata nell’ultima legislatura, e non legge ordinaria». Insomma, «La situazione è totalmente diversa. - conclude Albert Lanièce - Ed è a dir poco complicata, non credo che il governo si presti ad erogare finanziamenti oltretutto ad una società partecipata della Regione».

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