Case popolari: Arer nel mirino

Case popolari: Arer nel mirino
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«Come sono state scelte le 20 famiglie sfrattate lo scorso anno per morosità dagli alloggi Arer, considerato che ci sono persone che hanno accumulato 214 mensilità non pagate e sono ancora lì?». È quanto si è chiesto Andrea Manfrin, capogruppo della Lega Vallée d’Aoste, durante l'incontro organizzato all'Hotel Norden di Aosta la sera di giovedì 16 marzo per affrontare il "problema casa" insieme all'ex presidente Arer Paolo Varetti, a Liliana Padurariu, vice presidente dell'Associazione Quartiere Cogne, e Maria Antonietta Summaria, dell'Associazione Disabili onlus. Hanno partecipato circa 100 persone che hanno manifestato il loro disagio per l'aumento delle bollette, i costi del teleriscaldamento ed i calcoli dei parametri Ise ed Isee, quest'ultimo specifico per la concessione di prestazioni sociali agevolate. La serata è iniziata con i racconti di Enzo Bevilacqua e Roberta Orru. Il primo ha lamentato il modo in cui è stato costretto a lasciare la sua abitazione, sfrattato per non essere riuscito a pagare l'affitto a causa di una pensione di 600 euro, obbligato a traslocare in 6 ore. La seconda, madre di 2 bambine, di cui una disabile, ha sottolineato le difficoltà nel pagare le bollette, i cui importi sono triplicati, e di come abbia dovuto versare 3.500 euro per evitare il suo sfratto e quello della famiglia dei suoi genitori, anziani cardiopatici con a carico il fratello, anche lui disabile, dopo i ritardi nei pagamenti degli affitti provocati dalle lungaggini, durante la pandemia, per la liquidazione della cassa integrazione.

L'architetto Paolo Varetti, presidente dell'Arer dall’agosto 2018 al dicembre 2020 quando venne sostituito da Ivo Surroz, ha sottolineato la sua battaglia per cercare di abbassare i costi delle bollette: «Mi sono confrontato con i miei omologhi nel resto d'Italia cercando trattamenti di favore per le forniture energetiche, ma non si poteva per questioni di antitrust. Qui in Valle d'Aosta ci sarebbe però lo spazio per una legge quadro per far sì che i casi sociali siano segnalati e magari coprire le maggiori spese con un fondo specifico da girare all'Arer che potrebbe così calcolare degli sconti. Ma anche qui mi hanno detto che non si poteva fare niente».

«Ho incontrato tante persone che hanno difficoltà a vivere, disabili e non. - ha aggiunto Liliana Padurariu - Dopo il Covid, con la guerra in Ucraina sono arrivati anche gli aumenti di luce e gas. Non si riesce ad arrivare a fine mese, anche chi ha uno stipendio normale di 1.200 euro non vive, figurarsi chi riceve solo la pensione di invalidità. Si deve trovare una soluzione, secondo me si devono azzerare i debiti».

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