Casa Famiglia di La Salle, sistemati i conti grazie a una cospicua donazione lombarda
In periodo di pandemia, quando le entrate della Casa Famiglia di La Salle sono appena sufficienti per mantenere l’andamento della struttura, ecco calare - nuovamente, dal cielo - la Provvidenza. Sotto forma di donazione, particolarmente sostanziosa, ad opera di una villeggiante lombarda, Maria Teresa De Angelis, il cui contributo offerto nelle scorse settimane alla parrocchia di La Salle ha consentito di rendere meno grave il bilancio della Casa.
Una storia, quella della Casa Famiglia di La Salle, che inizia nel 1985. Osservando che vi era la mancanza di case per anziani - sia nella Valdigne che nel resto della regione - don Silvio Perrin decise di porre rimedio a questa situazione. Così da una vecchia stalla in mezzo ad un campo, poco distante dal capoluogo di La Salle (con una vista spettacolare sul Monte Bianco) 36 anni fa nasce Casa Famiglia di La Salle pronta ad ospitare gli anziani della zona che così potevano rimanere nel proprio paese e vivere l’ultima parte della vita assistiti e curati. Negli anni la struttura ha visto 2 ampliamenti e un ultimo adeguamento, 2 anni fa, della prima struttura che nel frattempo era diventata obsoleta. I soldi per tutto questo? Le difficoltà, gli intoppi amministrativi, burocratici e nessun sussidio ricevuto da parte delle amministrazioni, comunale e regionale, avrebbero fermato chiunque, non don Silvio Perrin, che tante volte i soldi li ha messi, pure, di tasca sua.
La Provvidenza era già arrivata una prima volta, dal lascito di una ospite proprio della struttura che, per riconoscenza, aveva voluto premiare gli sforzi economici della parrocchia. Il giorno in cui iniziarono i lavori di adeguamento della Casa, un secondo e cospicuo assegno arrivò senza preavviso. Ora, poche settimane fa, questa nuova rilevante donazione che sistema i conti della Casa Famiglia.
Don Silvio Perrin arrivò a La Salle nel novembre del 1957, vice parroco proveniente dalla Parrocchia di Châtillon. Oggi il canonico Silvio Perrin, 92 anni, è ancora il parroco del paese. Nei 64 anni di apostolato, più di mezzo secolo, ha vissuto e partecipato alla vita sociale di questa comunità. Nativo di Torgnon, era abituato alla montagna, però questa zona della Valdigne era un territorio nuovo da scoprire, da canonizzare. All'inizio, un po' preoccupato, cercò il conforto del vescovo, monsignor Maturino Blanchet che gli disse: «Vous avez le plus bel etable di Valdigne, priez et ayez foi en la providence». Don Silvio Perrin cominciò così il suo lungo cammino pastorale vissuto su 2 piani paralleli: la vita sociale e quella cristiana della fede assoluta. Ha sempre considerato il credo come forza da cui attingere tutte le sue scelte. Mentre dalle istituzioni riceveva soltanto grandi pacche sulle spalle, oltre che degli interventi a favore degli anziani si è preoccupato anche dei giovani utilizzando e ristrutturando la vecchia cappella, sconsacrata, dei Penitenti, nel centro del paese facendo nascere l'Oratorio della Valdigne. Non si è fermato neppure di fronte alla richiesta di costruire una scuola in Madagascar e casa Betania per ospitare orfanelli in Romania. E, ancora, di rimettere a nuovo le 18 cappelle votive presenti nei villaggi. Al suo arrivo nella sua nuova Parrocchia il primo nome che trascrisse nell'elenco dei battezzati fu quello di Franco Lovignana, non sapendo che sarebbe diventato Vescovo di Aosta. Due anni fa un'altra vocazione, quella di don Alessandro Valerioti, segno manifesto della presenza silenziosa della Fede.