«Carta europea delle lingue regionali o minoritarie», Manes sollecita
«Il recepimento della carta è una delle condizioni richieste dalle istituzioni europee, in particolare dal consiglio d'Europa, per l'adesione di nuovi paesi al contesto europeo. Si ritiene pertanto opportuno che un Paese fondatore del Consiglio d'Europa, quale è l'Italia, provveda sollecitamente all'esecuzione di questo importante strumento internazionale». A dirlo sono i deputati Dieter Steger (Svp) e Franco Manes (Union Valdôtaine) che il 12 ottobre scorso avevano depositato una proposta di legge in cui si propone la ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, firmata a Strasburgo nel 1992. «Nel corso delle ultime 5 legislature, non si è mai riusciti a concludere l'iter - sottolineano Steger e Manes, rispettivamente primo e secondo firmatario della proposta - nonostante si sia cercato ogni volta di trovare un accordo sul testo ampiamente condiviso». I deputati parlano di «un'iniziativa legislativa non più procrastinabile», visto che il Consiglio d'Europa ha richiamato l'Italia sulla tutela delle minoranze linguistiche «numericamente inferiori». L'Italia riconosce 12 minoranze linguistiche storiche ma «i diritti di queste comunità sono protetti e attuati in modo molto asimmetrico sul territorio nazionale, e non tutte le minoranze godono in egual misura dei diritti riconosciutigli», si legge nel quinto rapporto del Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa. «Lo scopo della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie - dicono i deputati - redatta in seno al Consiglio d'Europa e aperta alla firma il 5 novembre 1992 a Strasburgo, è di tutelare le lingue storiche regionali o minoritarie d'Europa che rischiano purtroppo di scomparire».