Caro bollette, commercianti disperati «Una follia, rischiamo di chiudere»
È unanime il grido d’allarme degli esercenti aostani in balia del caro bollette e abbandonati - sostengono - da istituzioni e associazioni di categoria. E come se questo non bastasse, già con quelle di ottobre si prevedono nuovi aumenti, mentre in alcuni casi si parla di chiusure obbligate se non si porrà urgentemente un rimedio. «Da 800 euro sono passato a oltre 3.500 euro al mese di spesa per l’energia elettrica» si sfoga Vincenzo Macrì, titolare della pizzeria d'asporto Il Capriccio di via Sant'Anselmo ad Aosta. «È una situazione insostenibile: - afferma Vincenzo Macrì - la mia pizza costa 3 euro al trancio, quindi è facile immaginare quanti ne devo vendere per pagare una bolletta simile. Sono stato costretto ad aumentare i prezzi di 40 centesimi, altrimenti avrei lavorato in perdita. Non si può più andare avanti così, posso reggere ancora qualche mese e poi, se le cose non cambiano, si prospetta la chiusura. Mi aspetto che la Regione intervenga subito, diversamente il mio sarà un destino comune a quello di molti commercianti».
Per Stefano Marchesin, titolare del Bar e Pasticceria Davit di via Sant'Anselmo, l'aumento della bolletta è stato di circa il 50 per cento. «Spero si trovi una soluzione, altrimenti siamo al collasso. - commenta Stefano Marchesin - Se le istituzioni non intervengono rischiamo di chiudere in tanti. A malincuore ho dovuto aumentare il prezzo di alcuni prodotti a causa, oltretutto, dei forti rincari delle materie prime».
Giorgio Lenta del Ristorante La Grenette e della Bottega degli antichi sapori in via Porta Pretoria parla di bollette della luce triplicate: «Siamo passati da 2.700 a 9.700 euro al mese. Lavoriamo bene, però le spese, comprese quelle per le materie prime, cominciano ad essere pesanti. Per il momento cerchiamo di mantenere gli stessi prezzi, riducendo quindi il nostro guadagno, perché non vogliamo scaricare i rincari sui clienti. Però devo ammettere che diventa sempre più difficile andare avanti». Soluzioni? «Abbiamo la fortuna di vivere in una regione che produce grandi quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili. - risponde Giorgio Lenta - Quindi una parte dell'enorme guadagno della Cva sia impiegato per attenuare l’impatto del caro bollette sui valdostani. Potrebbe non essere solo un’ipotesi».
Alessandro De Antonio, titolare del Ristorante L'Osteria di via Porta Pretoria, riferisce che «Noi per ora siamo fortunati, in quanto con il contratto stipulato con il nostro fornitore di energia elettrica gli aumenti sono contenuti rispetto a quelli subiti da altri esercenti. l rincari delle materie prime ci hanno comunque costretti a ritoccare lievemente i prezzi. Speriamo che la Regione intervenga al più presto». Esiste la possibilità di dover ridurre il personale per contenere le spese di gestione? «No, per il momento questo rischio non c'è. - assicura Alessandro De Antonio - Comunque penso che saremo obbligati a chiudere qualche giorno a ottobre, cosa che non abbiamo mai fatto. Sono tempi durissimi».
Per Vincenzo Gullone, titolare del Bar Roma, «Questa proprio non ci voleva. La bolletta è aumentata più del doppio, da 800 a 1.900 euro, e per altri è addirittura quadruplicata. E’ evidente che è in atto una speculazione. Fino a quando mi sarà possibile non ricorrerò alle rateizzazioni, ma se dovessi arrivare al collasso valuterò questa possibilità oppure se sospendere l'attività, perché andare avanti per far debiti non ha senso». Poi una riflessione: «Alcuni Stati dotati di grandi risorse energetiche dividono i proventi della loro vendita con la popolazione. La Valle d'Aosta produce ed esporta una grande quantità di energia elettrica, perché i benefici non ricadono anche sui valdostani?».
Jean-Claude Brunet, titolare del Ristorante La Vache Folle di piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, è amareggiato: «La bolletta che era di 3.200 euro è schizzata a 10.120 euro solo per il mese di agosto. Questo non è un aumento ma un’istigazione alla violenza. Tutto ciò non ha una giustificazione e mi vergogno di appartenere a uno Stato che non si preoccupi minimamente di un furto simile. Io le bollette di luglio e agosto non le ho rateizzate perché mi auguro che da un momento all'altro il Governo metta un freno a questi folli rincari». Quale futuro si prospetta? «Il rischio di chiudere è concreto - ammette Jean-Claude Brunet - perché un’attività come la mia come fa a spendere 120mila euro all'anno per il caro bollette? Aumentare i prezzi non è la soluzione, così come diminuire il personale».