Carlo Pomati, una vita da medico di famiglia “Bisogna darsi il tempo di ascoltare i pazienti”
Sono le montagne valdostane lo sfondo della lunga storia di medico di famiglia del dottor Carlo Pomati che, lunedì 1° agosto scorso, ha concluso la sua carriera raggiungendo l’età pensionabile. «È stata una mia scelta in quanto, sotto tanti aspetti, è cambiata la figura del medico di famiglia e gli impegni burocratici, da un po’ di anni, superano di gran lunga il tempo dedicato ai pazienti. - dice Carlo Pomati - Il tutto, poi, è stato intensificato dall’emergenza pandemica cha ha lasciato profondi segni anche nel rapporto tra medico e paziente».
Di certo, la notizia che il dottor Pomati ha dato ai suoi assistiti con un messaggio personale, ha lasciato un velo di malinconia. «Sono tante le belle frasi che ho ricevuto di saluto da parte dei miei pazienti. - rivela - Molti di loro li ho visti nascere e li ho seguiti nella crescita quando ancora la figura del pediatra non c’era e i nuovi nati erano affidati al medico di base che svolgeva così il suo operato anche di notte, nelle emergenze. Era un’ autorità riconosciuta all’interno dei paesi, ma anche e soprattutto una figura di fiducia ed io questo sentimento l’ho vissuto e lo porterò sempre con me».
La carriera del dottor Carlo Pomati, iniziata con gli studi classici a Lodi e proseguita all’Università di Pavia, ha avuto il suo sviluppo in Valle d’Aosta per amore delle montagne dove, lasciata la città di Lodi, trascorreva le vacanze. Proprio a Courmayeur ha svolto il servizio militare e ha iniziato ad affiancare il dottor Pietro Bassi. «Ebbi modo di conoscere da vicino la medicina di montagna, gli interventi urgenti dopo le cadute degli sciatori mettendo in pratica quelle conoscenze che avevo acquisito nei 2 anni come volontario in chirurgia. - racconta il dottor Carlo Pomati - Fino al 1986 sono stato guardia medica in paesi come Antey-Saint-André e Pré-Saint-Didier ed esattamente il 1°agosto di quell’anno è iniziata la mia carriera di medico di famiglia a Montjovet». Per ben 3 anni, il dottor Carlo Pomati ha percorso tutti i giorni il tratto tra La Salle e Montjovet avanti e indietro proprio perché in Alta Valle aveva costruito la sua famiglia. «Decidemmo infine di spostarci in Bassa Valle dove mi fu di grande supporto la figura del dottor Amédée Lanièce che aveva per questa professione una dedizione straordinaria; conobbi le realtà dei piccoli ambulatori periferici e i primi pazienti che, negli anni, sono diventati oltre 1.500».
Lo studio privato a Verrès è stato aperto nel 1989, ma nel 2008, il dottor Carlo Pomati ha deciso di abbracciare la bella opportunità di associarsi al polo medico di Verrès con l’occasione di offrire ai pazienti un servizio continuo e ai medici operanti la possibilità di consultarsi laddove necessario. Proprio guardando allo studio del polo medico che presto lascerà, il dottor Pomati ricorda la figura dello zio Antonio Andreoli: «Medico a Codogno, era un uomo dal portamento distinto ma sempre pronto a rispondere alle urgenze in paese. Qui conservo ancora i suoi libri». E il ricordo si unisce a quello dei sacrifici fatti dalla famiglia per supportare gli studi in medicina per realizzare così il sogno che dall’età di 6 anni aveva illuminato il piccolo Carlo e che ora, giunto alla pensione, continuerà a coltivare: «Mi dedicherò a studiare l’utilizzo di strumentazioni particolari e, nel caso malaugurato di momenti di emergenza, sarò pronto a dare immediata disponibilità».
Tutor da anni di quanti vogliono diventare medici di famiglia, il dottor Carlo Pomati sottolinea, infine, gli aspetti che devono appartenere a questa professione: «Un medico di famiglia non deve mai dimenticare di ricevere direttamente il paziente; soprattutto, deve dare il tempo al paziente di parlare e deve darsi il tempo di ascoltarlo».