Carlo Marchesini, una vita dedicata alla lotta alla tossicodipendenza
Carlo Marchesini era conosciuto in Valle d’Aosta per il suo impegno nel sociale, una scelta non casuale che cambiò la sua vita e che lo ha visto negli anni adoperarsi per gli altri con discrezione, semplicità, immediatezza e professionalità. Nato ad Aosta il 30 maggio 1940, il suo mestiere era il fabbro ma il destino lo portò a percorrere una strada completamente diversa quando scoprì che un suo congiunto era finito nell’inferno della tossicodipendenza. Così nel 1986 fondò l’Associazione Il Germoglio che 2 anni più tardi divenne la Cooperativa Bourgeon de vie per aiutare tutti coloro che erano vittime di dipendenze: droghe, alcol e gioco d’azzardo. Fu un raggio di luce in un periodo oscuro: nel 1988 il mondo intero era terrorizzato dallo spettro di una nuova malattia, l’Aids, che si diffondeva rapidamente anche tra i consumatori di eroina e in Valle d’Aosta non esistevano strutture per affrontare un’emergenza sconosciuta. Così Carlo Marchesini fu uno dei promotori della creazione del Sert, il Servizio per le tossicodipendenze, che anche grazie alle sue indicazioni e ai suoi preziosi suggerimenti venne poi attivato dall’Usl. La prima sede della cooperativa Bourgeon de vie fu in via Martinet ad Aosta dal 1990 al 1992. Carlo Marchesini iniziò a ospitare i ragazzi in difficoltà con l’aiuto del parroco di Gressan don Aldo Venturini ma le richieste aumentavano, così venne acquistato a Nus un edificio di 3 piani dotato di un bel giardino che divenne la nuova sede della cooperativa. Anche in questo caso gli spazi risultarono presto carenti, pertanto il servizio si trasferì nella struttura in località Talapé, sulla collina di Aosta. Parallelamente l’attività nel sociale si espandeva e venne creato il servizio diurno Orchidea dedicato alle disabilità, con decine di utenti a rotazione. In ultimo, e non per questo meno voluto, nacque Myosotis, ulteriore servizio per accogliere nella sede di Nus ragazzi con gravi problemi di autismo. Carlo Marchesini è stato un uomo con una rara sensibilità verso chi aveva più bisogno. Sempre disponibile, affrontava in prima persona con grande determinazione i problemi burocratici, economici e inerenti i rapporti con gli enti pubblici. Una malattia incurabile lo ha strappato in poco tempo all’affetto dei suoi cari e dei tanti che lo stimavano. Se ne è andato lunedì 20, all’età di 81, anni nella sua abitazione in via Sacco.
I funerali sono stati celebrati mercoledì 22 nella chiesa di Saint-Martin-de- Corléans. Lascia la moglie Lucia Dondeynaz, che è sempre stata al suo fianco coadiuvandolo in tutte le attività che aveva intrapreso, e i figli Enrico, Mauro e Debora.