Capodanno a Babilonia era in marzo Nell’antica Roma all’inizio di gennaio

Capodanno a Babilonia era in marzo Nell’antica Roma all’inizio di gennaio
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La parola Capodanno significa “Capo d'anno” ossia primo giorno del nuovo anno. La sua storia ha origini molto antiche. Le prime testimonianze di festeggiamenti risalgono a 4000 anni fa a Babilonia. La celebrazione era chiamata Akitù e cadeva in corrispondenza dell’equinozio di primavera. Durava ben dodici giorni, con un rituale che non si conosce del tutto perché raccontato su delle tavole che sono state ricomposte solo parzialmente. Si sa però che come segno di buon proposito per la nuova annata, si restituivano gli attrezzi agricoli ricevuti in prestito. A Roma il Capodanno in origine si celebrava a marzo, solo a partire dal 191 a.C., si spostò a inizio gennaio in corrispondenza della festa dedicata al dio Giano, divinità bifronte che guarda indietro, ossia alla fine dell'anno trascorso, e avanti, ossia all'inizio del nuovo anno. In questo giorno il pontefice offriva a Giano farro con sale e una focaccia fatta con cacio grattugiato, farina, uova e olio per propiziare l'influenza benefica della divinità sulla natura e sui futuri raccolti. Fu poi Giulio Cesare a calendarizzare, all'interno del calendario giuliano, ufficialmente il 1 gennaio come inizio dell'anno. Durante i secoli successivi, sebbene molti paesi europei avessero adottato il calendario giuliano, la data del primo giorno dell'anno cambiava da zona a zona.

Con il passare dei secoli però queste diversità locali andarono sempre più uniformandosi. A sancire definitivamente la data del 1 gennaio come data ufficiale del Capodanno fu Papa Innocenzo XII nel 1691, che emendò il calendario gregoriano in vigore dal 1582.

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