Cane da caccia sbranato dai lupi a Tavagnasco

Aumentano i casi di presenza di lupi nel territori montani del Canavese, confermati dai crescenti avvistamenti dei cacciatori e degli agricoltori della zona. A farne le spese, sabato scorso, è stata una cagnetta utilizzata nel corso di una battuta venatoria al cinghiale, avvenuta nei boschi tra i Piani di Tavagnasco e Scalaro di Quincinetto. Secondo i cacciatori impegnati nella caccia, il cane, individuate tracce di ungulati, si sarebbe lanciato all’inseguimento di una torma di cinghiali, sparendo presto alla vista. Solo in seguito, non avendo più riscontri della sua presenza, il gruppo di cacciatori si è mosso alla sua ricerca, rinvenendone i resti straziati probabilmente da uno o più predatori a loro volta a caccia di animali. La tempistica intercorsa tra la scomparsa della cagnetta e il suo ritrovamento in quelle condizioni potrebbe al 90 per cento fare pensare all’azione di lupi, secondo gli esperti, e non sarebbe questo il primo caso da registrare.

Anche il cacciatore borgofranchese Silvano Buat, nella medesima zona, perse un cane da caccia nelle stesse circostanze. «Non solo, ma dalla mia baita sulla Cavallaria, negli ultimi anni mi sono sparite 20 pecore e 7 capre. - racconta - Purtroppo non sono in possesso di documentazione fotografica che provi la presenza di lupi sul territorio, ma io ne sono del tutto convinto».

I tecnici faunistici del Comparto Alpino di Torino 5, che stanno monitorando le aree soggette ad avvistamento di lupi, confermano la presenza di questi canidi, ancora non censiti nel numero ma in continuo aumento. Sembrerebbe che il branco, se di branco si può parlare, tenda a muoversi da ovest verso est, quindi dalla Val Susa (dove si ebbero i primi riscontri 5 anni fa) verso le Valli di Lanzo e i territori canavesani. A testimonianza della presenza di questi animali selvatici il drastico calo di caprioli, uno dei segnali più evidenti della loro azione predatoria.