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«Bene il ritorno in classe degli studenti, però i genitori restano in ansia per la salute dei loro figli»

«Bene il ritorno in classe degli studenti, però i genitori restano in ansia per la salute dei loro figli»
Aggiornamento:

Dopo un clamoroso «balletto» di date, lunedì prossimo, 11 gennaio, gli studenti delle scuole superiori - anche se solo al 50 per cento - tornano in classe. Cosa pensa la gente sul rientro dei ragazzi nelle aule e sulle polemiche che ha generato? E cosa devono fare i ragazzi per evitare che aumentino i contagi?

Diletta D’Andrea: «Purtroppo la situazione è complicata, sono favorevole purché vengano rispettati tutti i parametri di sicurezza, altrimenti si rischiano - come nel recente passato - improvvisi focolai, che hanno obbligato il governo a chiudere le scuole per tutelare la salute dei ragazzi e tornare così alla didattica a distanza. Per quanto riguarda le date, si sono verificati alcuni imprevisti, forse solo una questione di organizzazione. Ora tutto sembra deciso per l’11 gennaio. I ragazzi all’entrata e all’uscita di scuola devono fare attenzione a non “perdere” le distanze e a non creare troppi gruppetti».

Dino Sitta: «E’ giusto che i ragazzi rientrino a scuola per studiare insieme e per confrontarsi con serenità. E’ un’età in cui i rapporti interpersonali sono importantissimi, per crescere e delineare la propria personalità, sia con i docenti che con i compagni. Per questo sono favorevole al rientro, con una importante riserva: se si dovessero registrare situazioni a rischio e se venisse individuata una impennata dei contagi allora è importante fare un passo indietro e tenere i ragazzi a casa. Perché la salute deve avere la priorità su ogni cosa. I ragazzi devono osservare le regole tanto a scuola che all’esterno per evitare situazioni a rischio».

Sebastiano Spada: «Dopo un lungo periodo di lezioni a distanza è il momento di reinserire con tranquillità i ragazzi a scuola. Sono indispensabili le precauzioni e le distanze rigorosamente controllate e fatte applicare dai docenti. A mio avviso il rischio di contagio si presenta nei momenti in cui i ragazzi, al di fuori delle scuole, tendono inavvertitamente a creare assembramento. Questo va assolutamente, anzi scrupolosamente evitato».

Monica Taschin: «Sono favorevole al rientro a scuola, però non nascondo una certa paura dovuta alla paura di contagi soprattutto tra ragazzi più fragili di salute. I giovani fintanto che sono all’interno dell’istituzione scolastica sono gestiti dai docenti e seguono alla lettera le regole imposte. Però all’esterno potrebbero assumere atteggiamenti a rischio infezione».

Mario Gioffré: «Ho un figlio adolescente e ho ancora grossi dubbi circa il fatto se sia opportuno o meno mandarlo a scuola. Temiamo per la salute dei nostri ragazzi e vorremmo alcune garanzie in più. Per esempio, la sanificazione costante delle aule e i tamponi per capire se qualcuno tra gli studenti possa avere contratto il Coronavirus e trasmetterlo - suo malgrado - originando poi focolai così estesi da non essere più gestibili».

Anna Raffinato: «Si dovrà tornare a scuola e noi genitori abbiamo un certo timore che poi le infezioni aumentino mettendo a repentaglio la salute dei nostri figli. Siamo costantemente in ansia, eppure dobbiamo in qualche misura cercare di avere fiducia: i ragazzi hanno bisogno di stare in compagnia tanto a scuola quanto all’esterno. Ci auguriamo che la situazione non degeneri e che non si debba poi tornare alle lezioni a distanza. Lavarsi frequentemente le mani, usare gel disinfettanti e mantenere la distanza interpersonale di un metro: tutto ciò dovrebbe bastare per impedire che il virus dilaghi».

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