Bataille, la reina des reines è dei Martignon “Un sogno entrare in arena con il numero 1”

Bataille, la reina des reines è dei Martignon “Un sogno entrare in arena con il numero 1”
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In 65 edizioni delle batailles de reines, Fénis non aveva mai vinto il combat final in prima categoria anche se gli allevatori del paese erano tornati già ai piedi del castello degli Challant con successi nel secondo e nel terzo peso. L’impresa è riuscita a Bataille, bovina erede di Bellonne cresciuta nella stalla di Gildo Bonin a Gressan (l’unico allevatore a portare domenica 3 bovine nei quarti di finale) e capace di vincere 3 eliminatorie a Challand-Saint-Victor nel 2013 e nel 2015 e a Valpelline nel 2014 e di finire seconda alla Regionale di seconda categoria nel 2016 dietro a Cybèle dei frères Viérin, sorella della reina 2019 Bronne dei Bonin; il padre è un erede di Tourquoise sempre dei Bonin.

I fratelli Martignon, Angelo e Francesco, con la mamma Augusta Vuillermin gestiscono a 2 passi dalla chiesa a Fagnan una stalla con 85 capi di cui 15 pezzate nere e in estate salgono all’alpeggio di Faeballa nella vallata di Clavalité dove Bataille è stata regina e da dove è scesa direttamente il 2 ottobre per andare a vincere ed entusiasmare, guadagnandosi il ruolo di una delle grandi favorite della vigilia, nell’eliminatoria di Châtillon. E’ poi tornata ai piedi del Tersiva e ridiscesa con la désarpa a riposarsi e preparare in stalla la grande giornata nell’arena Croix-Noire.

«Il mio sogno è sempre stato, come penso per ogni allevatore, quello di entrare nell’arena Croix-Noire in autunno con il numero 1 per la tua reina. Vuol dire che hai vinto l’anno prima e che ti sei goduto tutte le attenzioni riservate a una regina in carica. Il cammino è ancora lungo, speriamo bene. Dopo 2 tori, mi auguro che a gennaio mi dia una vitella e che poi sia gravida e pronta per difendere il titolo» sottolinea Angelo Martignon che domenica scorsa, poco dopo le 19, saltava in campo come un grillo ed esultava come un bomber in uno stadio quando in pochi secondi la sua Bataille ha caricato Mañana e vinto la finalissima in una pioggia di applausi; nei box a complimentarsi è arrivata anche la senatrice Nicoletta Spelgatti.

«Avevamo sempre bovine di buon livello ma non in grado di primeggiare. - racconta Angelo Martignon - Poi, dopo la scomparsa di papà Rinaldo nel 2013, abbiamo acquistato Bellonne da Gildo Bonin e c’è stato il cambio di rotta con le prime soddisfazioni. Bataille ha vinto nel 2020 il primo Concours des deuxièmes veaux e lì abbiamo capito le sue potenzialità. L’anno scorso non ha potuto partecipare e quest’anno ci credevo: è rimasta in alpeggio con le altre e poi l’ho preparata nel migliore dei modi».

Martignon è un appassionato di trail: ha rinunciato alla vigilia dell’eliminatoria di Châtillon a partecipare al Trail delle Macine “Memorial Paolo Diemoz” a Pontey proprio per stare vicino alla sua aspirante regina. «Dedico il successo a tutta la mia famiglia e agli amici, in tanti venuti a sostenerci, a tutti noi per i grandi sacrifici che facciamo con giornate pesanti che a volte iniziano alle 5 per finire alle 23 tra i tanti problemi del nostro mondo» dice Angelo Martignon. Quando hai capito che poteva essere la volta buona? «Ero preoccupato alla vigilia e non ho dormito per giorni pensando ai sorteggi e alla finale ma poi mi sono subito reso conto che il tabellone era buono. Nei primi 3 incontri non ci sono state grosse difficoltà e l’incontro più complicato è stato in semifinale contro Briganda dell’azienda Verney. Superato quell’ostacolo ho fatto un pensierino alla vittoria e a quando i miei amici per mesi mi dicevano che per festeggiare i miei 40 anni a giugno Bataille mi poteva fare un bel regalo. In finale ha caricato subito e quando ho visto Mañana che arretrava ho capito che Bataille poteva fare il giro d’onore con il bosquet, un’emozione meravigliosa che non ha prezzo. Io ero emozionatissimo, felice come mai». Cos’ha Bataille che ricorda Belonne? «Sintonia con l’allevatore, ti rendi conto che ti capisce, che sa quello che vuoi da lei». Come dire buon sangue non mente. E gli obiettivi ora? «Passare un inverno tranquillo, senza problemi, a gennaio la speranza di avere finalmente una vitella e poi la massima cura e preparazione e sperare che tutto vada bene per tornare all’arena non con il 18 in rosso di quest’anno, che non dimenticherò mai, ma con il numero più bello per una regina, l’1» risponde Angelo Martignon. Per gli allevatori che operano ai piedi del vecchio maniero di Fénis è un ritorno al successo 4 anni dopo Canaille di Alex Cerise (che accompagnava domenica Martignon in arena) in terza categoria senza dover andare a rispolverare la vittoria in seconda categoria di Marmotta di Bruno Bonichon (allevamento a pochi metri da quello di Martignon) e ad altre belle pagine di questo mondo fatto di tanti sacrifici ma che almeno il giorno delle batailles regala emozioni che non hanno prezzo per vincitori e vinti. Tutti i 128 allevatori arrivati alla Croix Noire del resto avevano già raggiunto un primo importante traguardo; Bataille, Rubis e Falchetta hanno invece coronato un sogno.

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