Bando per il nuovo direttore dell’Office du Tourisme, Stefano Aggravi: “Niente inglese? Scelta da rivedere”

«Al di là di ogni possibile e potenziale querelle politica o posizione di qualsivoglia sorta, faccio un sincero invito all’Assessore competente di rivalutare la decisione di non prevedere più tra i requisiti per il prossimo direttore dell'Office régional du Tourisme della Regione Valle d'Aosta la conoscenza certificata della lingua inglese». Lo scrive sul suo blog Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega in Consiglio Valle. Nelle scorse settimane, la selezione per l'individuazione del nuovo direttore dell'Office è andata in bianco perché nessuno dei quattro candidati aveva i requisiti richiesti. L'incarico è vacante da qualche mese, da quando la direttrice uscente Gabriella Morelli è stata nominata coordinatrice del Personale in Regione. L'idea di un «bando “alleggerito” senza l'inglese è una novità spiegata dal fatto che l'incarico del direttore non ne avrebbe (in sintesi) bisogno, perché i rapporti con le agenzie sono di competenza del front office dell'Office» scrive Aggravi.

«Non volendo entrare minimamente nel dettaglio dei contenuti del vecchio bando (così come di quelli del nuovo) resto sinceramente stupito dal fatto che il legale rappresentante del principale braccio operativo del turismo valdostano possa non conoscere l'inglese. - prosegue Stefano Aggravi - Credo che non abbia senso far passare un messaggio che rischia di essere ancor più fuorviante. Credo che un messaggio di questo tipo non sia positivo anche nei confronti di chi ogni giorno investe e vive di turismo. Così anche, allo stesso modo, dato che viviamo proprio di messaggi e informazioni sintetiche e dirette, mi chiedo che effetto questa scelta potrà avere sui giovani che in questo settore vogliono o vorranno lavorare».

Per questo, il consigliere leghista chiede all'assessore al Turismo Giulio Grosjacques di ripensarci. «Oggi, nel 2023 e oltre, non possiamo far pensare che chi fa turismo, chi sovrintende all'esecuzione delle politiche regionali del turismo non debba parlare inglese».