“Bando borghi”, il 12 aprile l’udienza al Tar

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Martedì 12 aprile prossimo sarà discussa nella camera di consiglio del Tar della Valle d’Aosta la richiesta di sospensiva avanzata dal Comune di Bard in merito alla deliberazione in cui la Giunta regionale ha individuato nel Comune di Fontainemore il destinatario dei 20 milioni di euro del “bando borghi” del Pnrr. Per l’Amministrazione guidata da Silvana Martino la procedura, di cui si chiede l’annullamento, avrebbe dei profili di illegittimità.

Intanto il Comune di Fontainemore nei giorni scorsi ha acquisito un parere legale, redatto dal professore Roberto Cavallo Perin di Torino, docente di diritto amministrativo dell’Ateneo torinese. «Un parere - ha detto la sindaca Speranza Girod - che ci conforta sul fatto che abbiamo operato nell’interesse generale, come quando una Giunta va ad approvare un piano regolatore». La delibera di Giunta comunale di approvazione del progetto di candidatura del borgo Boure de Gris era stata votata anche dalla Sindaca e dall’assessora Antonella Girod, i cui nomi figurano tra i 23 proprietari degli immobili, oggetto di ristrutturazione, con i quali sono già stati stipulati dei contratti preliminari di concessione in comodato d’uso per 10 anni. Il parere è stato inviato all’Amministrazione regionale, che il 22 marzo scorso aveva richiesto al Comune di Fontainemore delle controdeduzioni circa l’approvazione della delibera da parte di tutti i componenti della Giunta comunale.

Sulla vicenda la Procura di Aosta ha aperto un fascicolo, senza indagati né ipotesi di reato (il cosiddetto “modello 45”): le indagini sono state affidate alla Guardia di Finanza. «Siamo in vigile attesa, non può esserci danno erariale al momento» ha specificato dal canto suo il procuratore regionale della Corte dei conti Giuseppe De Rosa.

Sulla questione è intervenuto con una dura nota l’Uncem - Unione nazionale Comuni ed enti montani. «Concentrare 20 milioni di euro su un solo piccolo Comune non è corretto, non è etico, non è sostenibile. - scrivono il presidente nazionale dell'Uncem Marco Bussone e il coordinatore in Valle d’Aosta Jean Barocco - Il problema non è la scelta di questo o di quel borgo o il fatto che, come è quasi normale, un amministratore abbia un pezzo anche micro di un immobile all'interno del borgo da recuperare ma sta a monte, nel pensare che i Comuni siano da dividere tra chi prende 20 milioni di euro e chi niente. Azzeriamo la misura. Facciamo altro con quei soldi. Non metteremo così in difficoltà 21 Comuni e non useremo male risorse che sono a prestito, da Bruxelles, per l'Italia».

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