Bandi in scadenza per diversi alpeggi valdostani Occhi puntati sugli imprenditori di fuori regione

Bandi in scadenza per diversi alpeggi valdostani Occhi puntati sugli imprenditori di fuori regione
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Gli alpeggi valdostani fanno sempre più gola agli allevatori di fuori Valle, nella maggior parte dei casi provenienti dal Piemonte, come anche dalla Lombardia, alla ricerca di superfici utili che garantiscano loro di ottenere sempre maggiori aiuti europei della Pac - Politica agricola comunitaria in virtù dei “titoli storici” che per loro sono di valore molto più elevato, anche quattro volte, rispetto a quelli dei valdostani. La “corsa all’oro verde” è da anni sotto gli occhi di tutti, o quasi, politica regionale compresa, però il fenomeno è decisamente in crescita e, come da tradizione, la fine di un anno, nella fattispecie il 2020, comporta la scadenza di molti bandi pubblici ora in corso di rinnovo.

«Non è detto che chi cerca di mettere mano sui pascoli valdostani sia veramente intenzionato a rispettare rigorosamente le regole dettate dalla buona pratica dell’allevamento zootecnico e, soprattutto, della custodia degli animali e di utilizzo del territorio. - afferma il presidente degli allevatori valdostani Omar Tonino - Non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, perché di allevatori piemontesi rispettosi delle regole che da molti anni in Valle d’Aosta pascolano i propri animali durante l’estate ce ne sono, ma l’esempio dell’allevatore bresciano Ettore Capelloni, indagato per maltrattamento di animali nel vallone di Menouve, è lampante del rischio di speculazione che denigra chi invece lavora bene!».

Ettore Capelloni, coinvolto nell’inchiesta della procura di Aosta “Pascoli d’oro” iniziata nel 2013, è oggetto di nuova indagine a suo carico per smaltimento illecito di carcasse e per maltrattamento e abbandono di animali, sempre nel vallone Menouve, con il sequestro - provvedimento successivamente revocato dalla magistratura - di una novantina di capi tra asini e pony.

Il caso di Comboé e Chamolé

La questione legata agli affitti a persone provenienti da altre regioni italiane, in grado di aumentare l’importo minimo in alcuni casi del 50, 75 e addirittura del 200 per cento, fa dunque riflettere, in particolare maniera di questi giorni, quando numerose Amministrazioni comunali della nostra regione stanno espletando gli appalti per l’aggiudicazione dei propri alpeggi. Tra questi ad esempio sono Comboé e Chamolé di Charvensod: su quest’ultimo ha puntato gli occhi “La Bergera” di Mondovì, ma la sua proposta non è stata giudicata efficace e quindi, come conferma il sindaco di Charvensod Ronny Borbey, i 2 alpeggi, con i rispettivi tramuti, sono stati aggiudicati per diritto di prelazione ai precedenti gestori: Stefano Meccheri di Champdepraz per Comboé (alpeggio per il quale non si erano presentati pretendenti) e Fabio Dalbard di Pollein per Chamolé.

Djouan a Valsavarenche

È ancora tutto da decidere, invece, per la conduzione per il periodo 2021-2026 del vasto alpeggio di Djouan, nella Valsavarenche, fino all’estate 2020 gestito dalla famiglia di Elio Montrosset di Jovençan.

Alla gara, indetta dall’Amministrazione comunale hanno partecipato diverse aziende: la procedura di affidamento non è ancora conclusa e l’offerta più alta è quella di un’associazione di aziende agricole valdostane e piemontesi. Al riguardo è trapelato che il rialzo della base d’asta è del 200 per cento, segno che per i piemontesi è davvero ambita la Valle d’Aosta soprattutto perché i loro titoli di alto valore moltiplicati per le centinaia di ettari di un alpeggio come Djouan permetterebbero di ottenere un Premio Unico a 5 zeri. Il requisito di fondo della gara d’appalto è la produzione di Fontina, quindi la presenza obbligatoria in alpeggio di bovini di razza valdostana.

Aste deserte a Quart

Sono peraltro andate deserte le aste pubbliche indette dal Comune di Quart per la concessione per il periodo 2021-2026 dell’alpeggio denominato “Bruson, Chaleby, Pleoules e Champanement” e dello storico Fontin, con i tramuti Collet, Lechy e Champvert.

«Procederemo quasi sicuramente a una trattativa privata con i gestori uscenti dei 2 alpeggi, Diego Perrin e Loris Foretier. - spiega il sindaco Fabrizio Bertholin - che hanno il diritto di prelazione. Erano 2 bandi redatti in collaborazione con l’Assessorato regionale dell’Agricoltura che ha fornitura una serie di consulenze per ottimizzare le caratteristiche e i requisiti del bando stesso per favorire le realtà locali e il corretto utilizzo dei pascoli, oltre a garantire secondo i crismi del disciplinare Dop la produzione di Fontina!».

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