Azione Cattolica, si va avanti nonostante tutto «Festa» in Cattedrale

Azione Cattolica, si va avanti nonostante tutto «Festa» in Cattedrale
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Proseguono le attività dell'Azione Cattolica, punteggiate di feste per sottolineare momenti e relazioni. La «Festa dell'adesione» si è celebrata nella Cattedrale di Aosta con la Messa delle 18 di martedì scorso, 5 gennaio: «Per tradizione questa giornata si colloca l'8 dicembre - spiega la presidente diocesana Rita Dianin - però ogni parrocchia può viverla in giorni diversi in base al proprio cammino. In questa occasione i soci ridicono il loro "sì" all'associazione parrocchiale e, con questo "sì", testimoniano anche il loro stile nell'essere cristiani nella Chiesa e nel mondo e idealmente si uniscono a tutte le associazioni sparse in Valle e in Italia».

In un momento di grandi limitazioni per la pandemia, ha senso una festa? «Sì, perché per noi fare festa significa ritrovarsi con l'amico, Gesù, e con gli amici. - risponde Rita Dianin - In questo periodo di restrizioni lo stiamo facendo nell'unico modo possibile, con la partecipazione all'Eucarestia, che è la sorgente di ogni legame. E così presenza, condivisione, rinnovo dell 'impegno e consegna delle tessere diventano festa. Per giochi, canti, cena e ogni altra attività che caratterizzava questi incontri non ci resta che attendere, coltivando il desiderio di comunione».

Le attività ci sono state, anche con le limitazioni da «zona rossa»: «Fin dal primo lockdown - continua la Presidente dell'Azione Cattolica valdostana - abbiamo rimodulato incontri, attività, formazione e preghiera, utilizzando tutti i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione e riscoprendone alcuni più "antichi" come carta stampata, riviste, libri e telefonate per fare qualche esempio, pur di mantenere e sviluppare i legami presenti nei gruppi di tutte le età. Abbiamo scoperto che anche un periodo così può portare frutti là dove le persone sono accolte, ascoltate, accompagnate. Non si può aspettare che la situazione migliori, bisogna viverla al meglio delle nostre possibilità. E così continuamo a provarci sicuri di non essere soli».

A volte l'inventiva e il desiderio di incontrarsi in qualunque modo ha portato a soluzioni nuove: «Durante l'estate, quando la situazione era più tranquilla, pur non potendo organizzare i campi di cinque giorni per ragazzi e giovani in una casa alpina, non abbiamo rinunciato a realizzarli in altro modo. Invece che una settimana sono durati un mese, con attività online e giornate in presenza. Sempre in estate, abbiamo organizzato in collaborazione con la Caritas, e con la parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans di Aosta, un servizio di volontariato per giovani, per dare una mano a chi di fatica ne faceva più di noi. Certo in tutti vi è il desiderio di tornare a vederci, abbracciarci e fare gruppo in presenza, - conclude - però questa situazione ci ha sicuramente resi almeno più attenti alle necessità degli altri».

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