Aymavilles, tamponi per 600 residenti dopo un aumento dei casi positivi
Sono circa 600 i residenti ad Aymavilles che hanno accolto l’invito, da parte dell’Amministrazione comunale, aderendo allo screening offerto, gratuitamente e su base volontaria. L’iniziativa è nata a seguito di alcuni casi di positività al Coronavirus - 6 le ordinanze firmate in 7 giorni - ed è stata proposta dalla Protezione civile regionale e dal dipartimento di Prevenzione dell'Usl. «Il Comune si è reso disponibile - commenta la sindaca Loredana Petey - nella consapevolezza che la prevenzione è fondamentale nell'affrontare questa pandemia». La campagna è «Di natura preventiva» e «Su base volontaria», si legge nell'avviso inviato alla popolazione. Il suo scopo è di «Interrompere la catena dei contagi ed evitare così, nel caso fosse necessario, misure restrittive». I tamponi sono iniziati ieri, venerdì 5, e proseguono oggi, sabato 6 marzo, nella struttura del Drive-in, ad Aosta. Aggiunge la sindaca Loredana Petey: «Ringrazio tutta la popolazione per l’ampia adesione all’iniziativa, gli abitanti di Aymavilles hanno dimostrato grande senso di responsabilità e grande sensibilità nel comprendere le motivazioni e gli obiettivi di questa misura preventiva. Nel giro 2 giorni è stata concordata, comunicata e attivata la campagna di screening. Per questo un ringraziamento particolare va alla locale Sezione Ana, ai Vigili del Fuoco volontari e a tutte le persone che in questi giorni hanno collaborato con l’Amministrazione comunale per la rapida divulgazione delle informazioni e per il supporto all’iniziativa. I risultati della campagna di screening forniranno una “fotografia” della situazione nel nostro Comune e ci auguriamo che possano fornire al Dipartimento di Prevenzione dell’Ausl e alla Protezione civile regionale dati ed elementi utili anche nella gestione della situazione a livello regionale».
«Non è una situazione di emergenza. E' un'attività di tipo preventivo, che abbiamo concordato con il Sindaco, - spiega il direttore sanitario dell'Us Maurizio Castelli - perché noi non vorremmo mai più arrivare a mettere delle zone rosse con zone di interdizione. Per cui chiediamo la disponibilità su base volontaria a gruppi di popolazione affinché si possa fare la valutazione e si possa decidere se vale la pena fare degli interventi». L'attività preventiva, aggiunge il dottor Castelli, «Dovrà essere valutata non solo sui risultati ma anche sulle percentuale di adesione, perché comunque sono degli screening».
Screening per gli studentiInoltre partirà a breve nelle scuole superiori della Valle d'Aosta uno screening generale sul Covid e in particolare sulle varianti del virus che coinvolgerà i circa 5.000 studenti, tra i 14 e i 19 anni. Lo ha annunciato l'assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri. «Non ci sono ragioni di emergenza, ma si ritiene che uno screening di massa possa essere utile perché le varianti vedono tanti giovani portatori asintomatici del virus» spiega l’assessore Luciano Caveri. Dopo la campagna di tamponi, rivolta a tutti gli studenti, si proseguirà con un monitoraggio periodico, a campione, nelle diverse classi per tenere sotto controllo l’evoluzione anche territoriale della malattia.Comunità Dahu, casi positivi
I pazienti della comunità riabilitativa e terapeutica Dahu di Brusson sono in quarantena preventiva da mercoledì 24 febbraio scorso, su ordinanza del Sindaco. Nei giorni scorsi sono stati registrati alcuni casi di positività al Coronavirus, sia tra gli assistiti sia tra il personale, con i conseguenti provvedimento di isolamento. Le visite sono quindi state sospese. Nel resto del comune della Val d'Ayas non sono emerse ad oggi altre situazioni particolari. «Sul territorio al momento non abbiamo criticità» spiega il sindaco Danilo Grivon. I positivi al coronavirus sono 6 ospiti, su un totale di 52, e 2 operatori, su 80 dipendenti. «Ad oggi, dai controlli che vengono effettuati ogni 3 giorni con i test rapidi, non sono stati riscontrati nuovi casi né tra gli ospiti né tra il personale», fanno sapere dalla Residenza Dahu. Inoltre «Le condizioni dei pazienti positivi sono stabili, presentano una sintomatologia non significativa, peraltro sono tutti di giovane età, sotto i 25 anni, e non corrono rischi particolari. I medici dell'Usca vengono con regolarità a monitorizzare i casi positivi». Gli altri pazienti «Sono costantemente monitorati dai medici e dagli infermieri interni e non presentano alcuna sintomatologia né positività, ciò nonostante sono isolati all'interno dei loro nuclei e non hanno modo di avere contatti con il mondo esterno». Dopo la scoperta del primo caso di Covid-19 «Abbiamo immediatamente attivato il protocollo per la gestione dei casi positivi e sospetti e ci siamo interfacciati costantemente con l’Ufficio igiene di Aosta, che ci ha fornito le indicazioni per contrastare la diffusione del virus, che stiamo rispettando in maniera capillare».