Ayas senza stranieri e con lo spettro delle disdette “A gennaio si lavora solo durante il fine settimana”

Ayas senza stranieri e con lo spettro delle disdette “A gennaio si lavora solo durante il fine settimana”
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In un Comune come Ayas, il cui turismo invernale è quasi completamente basato sullo sci, si è già contenti che gli impianti di risalita siano aperti, ma si attendono le settimane bianche di febbraio e marzo con un po’ di apprensione per la mancanza degli stranieri, che di solito vivacizzavano i giorni feriali di gennaio, mese di calo fisiologico, in cui - dopo le festività natalizie - gli italiani si limitano a salire nei fine settimana. «L’assenza dei turisti internazionali e la maggiore disponibilità, per le disdette a causa delle quarantene e della mancanza dei tour operator, in località quali Courmayeur e Breuil Cervinia si sentono. - conferma Romina Obert, proprietaria di Hotel Santa San di Antagnod e presidente degli albergatori di Ayas - Questa settimana abbiamo avuto poca gente, lavoriamo solo nei week-end e, con l’arancione, è tornato lo spettro delle cancellazioni. Chi ha prenotato telefona per avere rassicurazioni sul fatto di poter sciare. In pratica non è cambiato nulla per i vaccinati, ma non tutti sanno esattamente che conseguenze porti il cambio di colore. Siamo anche molto preoccupati, qualora venga meno il lavoro, per il personale, che adesso abbiamo a chiamata o con contratti firmati mese per mese. Le prenotazioni da febbraio in poi si stavano muovendo, ora si sono fermate per il cambio di colore e stanno arrivando le prime cancellazioni. Non è facile programmare il lavoro tra positività dei dipendenti e quarantene scolastiche dei figli. Pazienza per gennaio, ma speriamo almeno di non perdere febbraio».

Si intravvede una piccola ripresa per febbraio, con più fiducia e meno preoccupazioni da parte dei clienti per le regole e per i cambi di colore, secondo Beatrice Chionni, proprietaria dell’Hotel Castor di Champoluc: «Certo, gli stranieri sono i più penalizzati negli spostamenti, avendo una frontiera da superare. Chiediamo alle autorità più chiarezza per la fascia compresa tra i 12 e i 17 anni della popolazione inglese, che non ha iniziato la seconda dose. Poiché dopo il primo vaccino in Gran Bretagna non si rilascia il Qr Code, intorno alla metà di febbraio avevamo un gruppo di 4 famiglie, con 16 persone complessive, che ha cancellato proprio per questa problematica e per non accollarsi il rischio di venire senza poter sciare. Sotto i 12 anni non c’è obbligo vaccinale, sopra i 17 si può fare la seconda dose, la fascia intermedia è quella che ha più difficoltà a spostarsi per assenza di regole chiare in Italia. Con semplici rassicurazioni orali, senza nulla di scritto, non si fidano a partire. Tra febbraio e marzo avremo l’hotel quasi pieno, anche perché tutti quelli che hanno cancellato a gennaio hanno rinviato a marzo, mentre a gennaio siamo aperti, ma a ranghi ridotti, lavorando bene solo nei fine settimana».

Pochi stranieri e tante incertezze anche all’Hotel L’Aiglon, sempre di Champoluc, di proprietà di Alessia Obert. «La stagione invernale si è sempre fondata sul turismo internazionale, in particolare gli inglesi fin da gennaio e gli svedesi da febbraio in poi. - dice - Quest’anno gennaio è più tranquillo del solito, con cancellazioni per positività e più prenotazioni last minute, al massimo con 2 giorni di anticipo, o a volte anche senza prenotazione, con clienti che arrivano avendo visto online che c’erano ancora disponibilità. La situazione migliora sensibilmente nella seconda parte di febbraio». Stesso leit motiv per i ristoranti, che in queste settimane successive alle vacanze lavorano quasi esclusivamente il fine settimana. Lo conferma anche la titolare di Ristorante Le Vieux Lyskamm di Antagnod Ruxandra Paraschiv, che nota un’impennata di richieste solo per il sabato sera, poiché erano gli stranieri che, a gennaio, erano soliti soggiornare per periodi più lunghi. «Se prima del Covid, su 10 tavoli, 8 erano di stranieri e 2 di italiani, ora la proporzione si è invertita. Anche a febbraio le prenotazioni ci sono, ma prevalentemente per i fine settimana».

Dal fronte dei negozi si lamenta un calo fisiologico post festività più accentuato per la mancanza degli stranieri. «Se prima era compensato da un turismo estero, ora lavoriamo solo con gli italiani e nell’incertezza di ulteriori restrizioni, che solo il Governo italiano impone, togliendo fiducia, certezze e serenità. - spiega Roberta Frachey, proprietaria di Frachey Sport, a Champoluc sotto la partenza degli impianti - Lavoriamo come se stessimo giocando d’azzardo, nel timore che si richiuda tutto come l’anno scorso».

Anche Nicol Favre, titolare della macelleria “Da Lucio e Max” di Champoluc, nota l’assenza dei turisti internazionali, che iniziavano a frequentare la località fin dalla metà di gennaio: «Ora i giorni feriali sono molto tranquilli, mentre si animano un po’ solo il sabato e la domenica. Fino alle settimane bianche di febbraio e marzo purtroppo sarà così».

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