Autonomisti, le reazioni. “Freddezza” sulla riunificazione

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L'elezione di Albert Lanièce «conferma la fiducia nei suoi confronti e il buon lavoro che ha svolto a Roma nell'ultima legislatura». Lo afferma in una nota il Comité féderal dell'Union Valdôtaine, commentando i risultati elettorali. L'organismo esecutivo dell'Uv ringrazia Alessia Favre, candidata alla Camera non eletta, «per il suo impegno durante la campagna elettorale al servizio del programma della coalizione autonomista».

L’emorragia di voti del fronte autonomista ha comunque lasciato qualche «scoria». Come emerge dalle parole che l’assessore Emily Rini ha affidato ad un post su Facebook. «Questa consultazione elettorale ha dimostrato come nella popolazione serpeggi un malcontento e una sfiducia nei confronti delle classe politica divenuta ormai palpabile. - scrive - Occorre ora fare una seria e meditata autocritica che serva per cambiare marcia davvero». «Non apprezzo - sottolinea - l'atteggiamento di chi oggi cerca di scaricare le colpe sugli altri: se si fa parte di una squadra si vince e si perde assieme, ognuno con il proprio contributo». «Gli eletti, facendo una seria autocritica all'interno dei loro movimenti, - conclude - devono tornare a investire in quel legame di stretta condivisione e di dialogo sincero, umile e trasparente con le persone che ultimamente si è affievolito».

Dal canto suo l'Uvp «non teme di riconoscere di aver perso. I valdostani hanno dato un segnale che è dovere di tutti gli autonomisti non ignorare». Uvp che resta, comunque, «ancora convinta della bontà e della validità del messaggio politico proposto con il tentativo di ricomposizione del fronte autonomista, nonostante quest'ultimo non sia riuscito a ricompattarsi per intero».

Secondo il Leone dorato «i cittadini chiedono con gran forza altro: un'attenzione particolare ai temi sociali ed economici, certo, ma soprattutto giustizia sociale unita ad una politica meno litigiosa, oltre ad una gestione della cosa pubblica improntata al rigore ed alla correttezza: insomma una politica pulita, onesta e concreta. Legalità e rispetto delle regole per tutti!».

«I cittadini ci hanno chiesto, con il loro voto, - prosegue il comunicato - una presa di posizione politica, e noi siamo chiamati, nel loro rispetto, a darla, scegliendo con chiarezza la linea da portare avanti e rimarcando le differenze rispetto alle responsabilità che non sono in capo a noi». «Siamo nati per il cambiamento - aggiunge l'Uvp - e l'abbiamo perseguito con ogni mezzo, anche a costo di perdere consenso o di non essere capiti, non possiamo assumerci anche le responsabilità che non abbiamo». L'Uvp evidenzia la «necessità di nuove aperture, con una proposta politica rinnovata nei contenuti e capace di rivolgersi a tutti i valdostani che si riconoscono negli ideali autonomisti, federalisti e progressisti della nostra comunità». Auspica infine «una seria ed approfondita riflessione sul futuro politico della Valle d'Aosta, anche con coloro che non hanno da subito aderito alla ricomposizione dell'area autonomista, ma che vogliono, alla luce della sconfitta subita, dare una risposta politica seria e credibile al vento di sfiducia».

«Il messaggio politico non ha raggiunto la testa e il cuore del numero di elettori necessario per ottenere la rappresentanza al parlamento». Lo afferma Alpe in una nota analizzando il risultato delle elezioni politiche. Il Galletto «non può non rilevare come il responso delle urne punisca in particolare l'autonomismo, in tutte le sue diverse forme senza distinzione, quasi a significare che questo, per la maggioranza della popolazione, non costituisca più un valore fondante del sistema democratico valdostano».

Per Alpe gli «appelli al ricompattamento quasi meccanico di un fronte autonomista unico oggi suonano stonati e inopportuni se non c'è la volontà di riconoscere che certi comportamenti politici incoerenti e ballerini, così come il sistema clientelare su cui si è basato il potere negli anni, hanno finito per minare l'ideale stesso dell'autonomismo, facendo sì che tanti valdostani non lo sentano più come proprio e vadano a ricercare nei partiti nazionali le risposte alle loro istanze».

Da parte sua il Mouv' ritiene che «non sia l'Autonomia ad essere stata sconfitta dalle urne o dalle vicende giudiziarie, bensì una classe politica compromessa e che ha avvolto la comunità in una serie infinita di problemi irrisolti, di impoverimento finanziario e di degrado morale». «Per non dire del degrado dell'immagine percepita di una Valle intrisa di scandali e vicende giudiziarie, - si legge nella nota - mettendo in pericolo la stessa autonomia».

«Non è, dunque, il solo riunire l'autonomismo che risolverà i problemi della Valle d'Aosta, - conclude Mouv’ - bensì il mettere nuovamente al centro della politica l'Autonomia come risorsa e valore da difendere e ciò in un tutt'uno imprescindibile con la pretesa di etica, di trasparenza amministrativa, di una visione per il futuro, che si rivelano indispensabili per chi intenda gestire la cosa pubblica».

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