Aumentare gli importi dei bandi pubblici Edilizia, la richiesta delle associazioni

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«Resta un problema grave, quello dei lavori in corso d'opera: occorrono misure di rifinanziamento per compensare gli aumenti in atto, tutti documentati dalle aziende». Lo chiedono Laurent Visini, presidente della sezione edile della Confindustria, Andrea Caruso presidente di Cna Costruzioni, e Claudio Varisellaz presidente della Confartigianato, al termine della seconda «riunione di crisi», che mercoledì scorso, 20 aprile, ha messo intorno a un tavolo le imprese edili della Valle d'Aosta, nella sala Cogne della Pépinière d'entreprises di Aosta. Invitate dalle tre associazioni datoriali, ha risposto all'appello una cinquantina di aziende. Era presente pure una delegazione di progettisti: geometri, ingegneri e architetti. Confindustria, Cna e Confartigianato hanno invitato le imprese a «analizzare a fondo i bandi di gara a cui intendono partecipare. Capiamo la necessità di lavorare, ma in questo momento è necessario essere ludici e non avventati. L'invito, ancora una volta, è a fare i giusti calcoli prima di presentare le offerte, considerato il momento di forte instabilità del mercato». Laurent Visini, Andrea Caruso e Claudio Varisellaz aggiungono: «Agli occhi dell'opinione pubblica, il settore delle costruzioni sta vivendo un momento di forte crescita, tra Superbonus e il prossimo avvio dei progetti del Pnrr. Ma è una situazione paradossale, visto le difficoltà che stiamo vivendo». Alla serata erano presenti i presidenti regionali del Collegio dei geometri Rémy Vauterin, dell'Ordine degli ingegneri Corrado Cavallero, e dell'Ordine degli architetti Sandro Sapia. «Il dialogo con loro è stato fruttuoso e interessante: abbiamo analizzato le preoccupazioni riguardanti i bonus e il Pnrr, trovando spesso e volentieri posizioni comuni» dicono.

«È necessario che il governo Draghi intervenga con urgenza per rendere strutturale il Superbonus per almeno 10 anni e prolungare oltre il 2026 i tempi di intervento del Pnrr. A livello nazionale è necessario che si inizi a monitorare e vigilare sugli aumenti ingiustificati delle materie prime. Senza misure di questo tipo il rischio è che le imprese vadano in ulteriore sofferenza, con ripercussioni importanti a livello sociale come il ricorso alla cassa integrazione o ai licenziamenti».

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