Augusto Rollandin «rivela» «Giulio Andreotti ci diede una grossa mano»

Augusto Rollandin «rivela» «Giulio Andreotti ci diede una grossa mano»
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«Quando sono stato senatore è stata una bella esperienza che mi ha dato la possibilità di conoscere due personaggi straordinari: Giulio Andreotti e l’avvocato Gianni Agnelli, che ricordo con molto affetto e che avevano a cuore la Valle d’Aosta. Dovevamo costituire il gruppo per le minoranze linguistiche ma purtroppo ci mancava un componente. Andai allora dal senatore a vita Giulio Andreotti e gli chiesi un aiuto, e lui accettò volentieri. Ci disse che non voleva partecipare all’attività politica, però in seguito ci diede una grossa mano. Con il gruppo per le autonomie ho potuto portare a casa risultati importanti». Parole di Augusto Rollandin, al comizio di chiusura di martedì scorso, 20 settembre, al centro congressi di Saint-Vincent. Con il movimento Pour L’Autonomie che ha creato lui stesso, Augusto Rollandin si candida per tornare in Senato, dove era già stato nella legislatura del secondo e del terzo governo Berlusconi. «In questa campagna elettorale abbiamo parlato di politica, e ci siamo accorti che ultimamente è diventata una cosa strana» ha commentato il consigliere regionale Marco Carrel, che ha introdotto la serata. «Abbiamo fondato questo movimento due anni fa e abbiamo portato molte battaglie in Consiglio Valle. Dossier che sono presenti ancora oggi sui tavoli e che nessuno ha risolto - ha rilevato Marco Carrel - e penso che l’unica persona in grado di poter fare qualcosa sia proprio Augusto Rollandin, per questo oggi è il nostro candidato. Abbiamo avuto contatti sia con la Lega che con gli autonomisti, però in ogni incontro nessuno parlava né di programma né di candidati. Allora abbiamo scelto di correre da soli». Dopo l’intervento di Marco Carrel è stato il turno di Augusto Rollandin: «Vorrei che i valdostani votassero il mio progetto e non la mia persona. Questa mia candidatura è nata esclusivamente per l’interesse della Valle d’Aosta, perché il periodo è difficile e i valdostani meritano delle risposte che al momento non hanno». «Noi dobbiamo presentarci e far capire a Roma la nostra realtà, sembra quasi scontato, ma dobbiamo difendere la nostra autonomia e l’unico modo per poterlo fare è avere contatti».

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