«Attendevo una casa popolare ma non sono più in lista»

«Attendevo una casa popolare ma non sono più in lista»
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- «Questa non è vita». Scuote la testa Gianni De Luca, 73 anni, ripetendo questa frase di continuo. Del resto come non credergli, visto che ormai da tempo la sua vita è tutta in salita, una scalata quotidiana. Senza un tetto sulla testa e con una pensione da 650 euro mensili che gli deve bastare per il sostentamento e per far fronte ai suoi numerosi acciacchi aumentati con l’età. E poi un cruccio: «Ero ventesimo nella graduatoria per una casa dell'Arer e adesso sono sparito addirittura dalla lista e non capisco la ragione. Ho provato a chiedere un appuntamento ma vengo rimandato di settimana in settimana». La Caritas - racconta ancora Gianni De Luca - «Mi ha ospitato per 3 mesi ad Aosta, nel dormitorio di via Stevenin, e per mangiare mi ha dato un posto alla Tavola Amica di via Gorret ma ora, scaduto il periodo regolamentare, dovrò recarmi a Saint-Vincent sia per il pranzo serale che per dormire nella struttura della Tenda Amica. E per me è un altro problema che si aggiunge poiché per andare su è giù la benzina costa e la mia pensione è agli sgoccioli». Ma ai problemi non c'è mai fine perché recentemente gli è stata diagnosticata una patologia molto seria alla prostata, quindi visite e controlli continui in ospedale e cure meticolose da seguire quotidianamente, con spese ingenti che spesso non può affrontare. «Questa proprio non ci voleva, - si sfoga Gianni De Luca - ma era da un po' di tempo che non mi sentivo bene, avevo dei malesseri che non mi spiegavo poi dopo alcuni esami è saltata fuori la risposta». Gianni De Luca pensa a quella casa popolare che adesso gli darebbe un po' di tranquillità «Perché non dovrei muovermi tra Aosta e Saint Vincent, potrei cucinarmi qualcosa in casa e riposare il giorno quando non mi sento bene, mentre invece adesso devo rispettare gli orari pertanto fino alle 8.30 di sera non posso entrare in camera e la mattina devo uscire alle 6». Ma ora, con l'inverno alle porte, quello che più lo angoscia è lo spettro di dover dormire di nuovo in macchina come ha già fatto per mesi durante l'inverno passato prima di approdare alla Caritas, perché alla Tenda Amica di Saint-Vincent potrà restarci un mese e non di più. «E anche se ho una trapunta pesante - racconta Gianni De Luca - è un'esperienza che non auguro a nessuno perché non è uno scherzo». In questi giorni si recherà di nuovo negli uffici dell'Arer dove porterà nuova documentazione sperando di un possibile alloggio. «Anche piccolo, - conclude Gianni De Luca - una camera bagno e cucinotto, giusto per levarmi dalla strada, altrimenti questa non è vita...».

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