Asta in Piazza, tanti soldi del Comune per un altro flop

Asta in Piazza, tanti soldi del Comune per un altro flop
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Ancora una volta gli appuntamenti sportivi, “venduti” come di alto livello dall’Area Sport e poi autentici flop, sono nell’occhio del ciclone nella città di Aosta. Di fronte agli stanziamenti previsti dal Comune ad inizio stagione particolarmente ricchi per questa manifestazione, tanto da fare sognare gli appassionati per un evento di livello mondiale con i grandi eredi di Sergei Bubka a volare nel cielo di Aosta, ci si aspettava sabato scorso una nuova edizione non magari con il primatista del mondo Armand Duplantis (anche se con le cifre stanziate si poteva ingaggiare lo svedese) o i migliori azzurri ed invece all’Arco di Augusto (non più in piazza Chanoux) gli spettatori si sono dovuti accontentare di un gruppo di 9 atleti di terza o quarta scelta italiani per uno spettacolo sicuramente appetibile ma a fronte di certi investimenti sarebbe potuto essere di gran lunga superiore. Per la cronaca (ci sembra di occuparci non di una gara a carattere internazionale ma di una sfida tra condomini) questa 11esima edizione ha visto 3 atlete fermarsi a 4,05 con Giulia Valletti Borgnini a precedere Giada Pozzato e Maria Roberta Gherca. Tra gli uomini Ivan De Angelis con 5,35 (misure che faceva il trentino Renato Dionisi quando eravamo bambini) ha preceduto Federico Bonanni e Federico Biancoli a 5,15, con a 5 metri gli juniores Mattia Beda e Andrea De Montis come Nicolò Fusaro.

Siamo in un paese dove Giuseppe Gibilisco nel 2003 ha saltato 5.90 e in 13 sono andati oltre i 5,60 e dove Roberta Bruni è arrivata l’anno scorso a 4,73 e in 10 azzurre e non sono andate oltre i 4,35. A 6 metri è arrivato solo un francese Baptiste Boire, da un cognome esplicativo del momento, che li raggiunge con l’accelerazione di uno skate guidato dalla moglie Maeva. Ma qui siamo in una manifestazione sportiva premiata con finanziamenti pubblici comunali di parecchie migliaia di euro e non ad una puntata di “Scherzi a parte” o dello “Show dei record” di Gerry Scotti. Siamo seri, non è ancora carnevale!

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