Ascoltato dal Pm come persona informata sui fatti il ristoratore che ha raccontato di essere stato rapito

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Rischia una denuncia per procurato allarme, il ristoratore 66enne a Champoluc di Ayas che ha raccontato di essere stato rapito il giorno di Natale e poi è stato ritrovato sano e salvo a Biella dai carabinieri.

L’allarme era scattato la mattina di domenica scorsa, 25 dicembre, quando l’uomo ha telefonato a uno dei figli raccontando di essere vittima di un sequestro di persona. Abbastanza per allarmare i suoi familiari che, benché sorpresi dal fatto che qualcuno avesse potuto rapirlo, decidono di sporgere denuncia ai carabinieri che avviano immediatamente le indagini per trovarlo.

Per queste ultime sono ovviamente utili gli accertamenti sulle celle telefoniche agganciate dal cellulare del presunto rapito. La soluzione del caso giunge nel pomeriggio, quando i carabinieri lo ritrovano a Biella in buone condizioni.

Giovedì 29 dicembre il 66enne stato sentito in Procura. La convocazione è scattata in qualità di persona informata sui fatti, nell’ambito degli accertamenti che il pm Manlio D’Ambrosi sta conducendo sull’accaduto.

L’uomo ha fornito al pubblico ministero la sua versione della vicenda che lo ha visto coinvolto. La sua posizione è in via di valutazione da parte dell’autorità giudiziaria, ma rischia di essere indagato per simulazione di reato o per procurato allarme. Il dispositivo di ricerca attivato a seguito dell’ipotetico sequestro di persona ha infatti coinvolto più comandi dell’Arma dei Carabinieri e 2 diverse Procure della Repubblica.

Dagli inquirenti non trapela nulla su quanto il 66enne abbia raccontato al sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi lunedì scorso. Dalla famiglia giunge invece una indignata smentita sulle notizie circolate in un primo momento, ovvero che l’uomo fosse stato ritrovato ubriaco fuori da un locale di Biella dove si era recato in compagnia di una donna più giovane: «Falsità prive di qualsiasi fondamento». I suoi congiunti, però, non spiegano cosa sia successo e perché, giustificando il loro riserbo con le indagini in corso. Tuttavia annunciano di aver affidato a un legale l’incarico di tutelare gli interessi del ristoratore.

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