«ArroSKIcini», dalle Alpi agli Appennini perchè la montagna non è solo Valle d’Aosta
Dalle montagne delle Alpi a quelle dell’Abruzzo, territorio dai dislivelli minori ma dalle grandi distanze. Con l’obiettivo di esplorare l’Italia, gli aspiranti guida alpina Shanty Cipolli e Francesco Perrone Capano (quest’ultimo romano di nascita e valdostano nel cuore) insieme con Joel Viérin, videomaker, lo scorso mese di marzo sono partiti dalla Valle d’Aosta, destinazione Appennini, «Dove la cultura che abbiamo noi della montagna esiste solo in parte ed è capita e amata da pochi, però dove abbiamo sempre trovato un grande entusiasmo da parte di tutti» dichiara Shanty Cipolli. «Ciò che riportiamo a casa è la soddisfazione con cui le persone hanno avuto il piacere di accompagnarci nel loro giardino e l’orgoglio con il quale molti di loro ci hanno aperto le porte di casa». Il risultato è il video «ArroSKIcini-A ski trip along the Appennini mountains» montato da Shanty Cipolli e prodotto da Unusual Experience, pubblicato venerdì 9 aprile scorso su youtube (dove ha raggiunto 3mila visualizzazioni) e sulla pagina instagram dell’associazione, nata l’anno scorso e costituita da Shanty Cipolli, Francesco Perrone Capano e Beatrice Raso, mental coach di Aosta.
«In un anno in cui non si poteva viaggiare, gli impianti erano chiusi e l'inverno sulle Alpi occidentali non è mai arrivato, è nata l'idea di riscoprire gli Appennini come luogo selvaggio e con un grande potenziale sciistico. Abbiamo voluto portare l'esperienza dello sci maturata sulle Alpi su queste montagne, spesso considerate inferiori, anche per raccontare la vita in questi luoghi» afferma Francesco Perrone Capano.
«Per spiegare cos’è ArroSkicini - continua -, devo partire da Unusual, associazione nata per proporre attività in montagna fuori dal comune. In pratica, passiamo il tempo a inventare programmi più o meno assurdi, per renderci conto che alla fine, non solo sono fattibili, sono anche appetibili per un certo tipo di pubblico. E non parliamo soltanto della classica scalata di un “quattromila” o di una discesa fuoripista. Il progetto “ArroSKIcini” - il nome si ispira ai famosi arrosticini di carne tipici dell’Appennino abruzzese - nasce come un viaggio e un’avventura sulla spina dorsale dell’Italia per terminare sull’Etna in Sicilia. La genesi dell’idea deriva dal fatto che, pur vivendo in Valle d’Aosta, dove arrivano persone da tutto il mondo per sciare, volevamo andare in posti ancora più selvaggi e meno conosciuti, dove la cultura dello sci come lo viviamo sulle Alpi è arrivata poco e si limita a un basilare scialpinismo, pur essendo quelle montagne molto adatte a praticarlo. Meno impianti, meno strade, meno infrastrutture, tanta “wilderness” e ottimo cibo. Nel corto diciamo una frase, mentre “passeggiamo” a Roma con gli sci sulle spalle: vi rendete conto che da qui in poco più di un’ora potete stare con i piedi in acqua o con gli sci ai piedi? E non parliamo di un paesino, ma della città con più storia al mondo».
I 3 «esploratori» sono stati «in giro» una ventina di giorni e in ogni tappa hanno cercato di appoggiarsi a realtà locali, anche per dare nel loro piccolo un «ritorno» ad alcune zone. Spostamenti in treno, automobile e aereo, scegliendo le tappe un po’ per la loro fama, un po’ per l’estetica delle linee sciabili («Siamo pur sempre sciatori, prima che scialpinisti»).
«Il Corno Grande nel massiccio del Gran Sasso è la vetta più alta degli Appennini, circa 3mila metri, ed è stato divertente collegarla con la cima del Monte Bianco che praticamente vediamo da casa» ammette Shanty Cipolli. «In ogni luogo abbiamo tentato di costruire collegamenti con personaggi locali per rendere il viaggio e l’esperienza più veri, dal rifugista allo sciatore, dalla guida vulcanologica allo scienziato. Tutti dovremmo viaggiare in Italia per scoprire questi scorci e “rompere” la barriera nord-sud. In fondo siamo guide valdostane e, siccome più a nord di così è molto difficile andare, siamo andati nel posto più a sud d’Italia dove poter mettere degli sci ai piedi, la Sicilia e l’Etna con i suoi 3.300 metri, che abbiamo visto eruttare in diretta. L’obiettivo era far conoscere questi luoghi anche attraverso una loro rivalutazione in chiave sportiva: lo scialpinismo interpretato a modo nostro, quindi con discese in stile freeride. E’ stata cercata la performance in discesa piuttosto che in salita. Vivendo sulle Alpi siamo sensibili al tema dei cambiamenti climatici ed è stato impressionante toccare con mano quanto questi luoghi e queste montagne ne siano colpiti profondamente. Basti pensare che dalla cima del Gran Sasso il ghiacciaio del Calderone, il più meridionale d'Europa, ad oggi è praticamente estinto».
L’intenzione di Shanty Cipolli e di Francesco Perrone Capano è proseguire in futuro su questo filone, alla scoperta di nuove vie da esplorare e di nuovi modi di rendere inusuale l’esperienza in montagna.