Approvati gli interventi di complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027
Il Consiglio Valle ha approvato mercoledì scorso, 22 marzo, la proposta di Complemento regionale per lo sviluppo rurale del Piano strategico della Politica agricola comune 2023-2027. Si tratta di 27 interventi specifici volti alla salvaguardia dell’ambiente, del benessere animale e del tradizionale allevamento estensivo di montagna, agli investimenti, allo sviluppo di tipo partecipativo Leader e alla consulenza e formazione. Le risorse a disposizione per il quinquennio sono pari a 91,84 milioni di euro. Sono cofinanziate dal fondo Feasr per 37,38 milioni di euro (40,7 per cento) e da risorse Stato-Regione per 54,46 milioni di euro, di cui il 70 per cento sarà assicurato dal cofinanziamento statale (38,12 milioni di euro) e il 30 per cento da quello regionale (16,33 milioni di euro).
A differenza delle precedenti programmazioni, quando il sostegno allo sviluppo rurale era strutturato in Programmi regionali, per quella nuova l’Unione europea ha chiesto ad ogni Stato membro di comporre un proprio Piano strategico nazionale nel quale fare sintesi tra la posizione centrale e le istanze territoriali; ogni Regione ha poi avviato un percorso di “regionalizzazione” degli interventi nazionali, con la redazione di uno specifico Complemento regionale. Questo percorso ha preso avvio in Valle d’Aosta nel 2019, attraverso consultazioni online, studi di contesto e confronti con gli enti e le associazioni del territorio.
«È questo un documento per rilanciare e programmare il percorso della Politica agricola comune in Valle d'Aosta. - ha detto in aula l’assessore all’Agricoltura Marco Carrel - Questo è un anno particolare: avremo la sovrapposizione del Psr 2014-2022 - con la possibilità di rendicontare i fondi fino al 2025 - con la nuova Pac 2022-2027. Il nostro attuale Psr è tra i più performanti a livello nazionale, con una spesa del 79 per cento dell'intera dotazione: un risultato buono su cui non dobbiamo però fermarci. Il Complemento che discutiamo oggi è diverso dalla strategia precedente: prima vi era una discussione diretta tra Regione ed Europa; oggi invece c'è solo un Piano strategico nazionale all'interno del quale si inserisce il documento regionale. Come tutti i cambiamenti richiederà dei tempi di adattamento. Questo nuovo modello sposta l'attenzione dagli adempimenti burocratici al risultato: è un cambio di visione fondamentale e come Valle d'Aosta dovremo essere pronti perché sburocratizzare è uno degli aspetti più importanti quando parliamo di fondi europei, in particolare per il sostegno del nostro mondo agricolo. In questi mesi dovremo confrontarci con gli allevatori e con le associazioni di categoria per proporre le modifiche in attesa delle finestre che potranno aprirsi per apportare delle modifiche. La sfida è quella di creare un nuovo modo di fare agricoltura».
L'Assessore ha quindi illustrato gli emendamenti depositati in Aula, che «vanno nella direzione richiesta dal Celva e dalle associazioni di categoria, prestando attenzione alle aree più marginali per evitare l'abbandono dei territori, attraverso tre fasce altimetriche e le pendenze sia per i prati che per le colture. Abbiamo anche apportato una modifica sull'ammissibilità, introducendo la possibilità di accedere ai sostegni per le aziende che hanno sede legale o operativa in Valle d'Aosta: questo perché vi sono aziende ai confini della Valle che lavorano sul nostro territorio e che aiutano a valorizzare la nostra montagna e la nostra agricoltura».