Aosta Pride, una pacifica e colorata invasione di oltre tremila persone

Aosta Pride, una pacifica e colorata invasione di oltre tremila persone
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Sono state oltre 3mila le persone che hanno partecipato al primo Pride di Aosta. La sfilata, tenutasi sabato scorso, 8 ottobre, è partita alle 15 da piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, ha proseguito per via Torino fino all’Arco d’Augusto, per poi salire per viale Federico Chabod, svoltare in corso Padre Lorenzo e finire in piazza Emile Chanoux verso le 17, dove le autorità, gli ospiti e gli organizzatori hanno parlato dal palco. Sono state 2 ore di musica, animazione e divertimento, sotto gli occhi della cittadinanza che assisteva alla parata ai bordi delle strade o sui balconi. Madrina e ospite d’onore della manifestazione è stata Vladimir Luxuria, la transgender più famosa d’Italia. «Oggi abbiamo fatto un miracolo, abbiamo colorato Aosta di arcobaleno e finalmente nella nostra regione hanno capito che esistiamo» ha urlato fiero dal palco in piazza Chanoux il presidente dell’Arcigay Aosta Giulio Gasperini. Sorpresa inaspettata per l’evento aostano è stata la partecipazione dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. «Sono qui con la mia famiglia e tra l’altro coglierò l’occasione anche per fare un giro per Aosta che non conosco - ha commentato Chiara Appendino - Mi sembrava giusto esserci al primo Pride aostano, in primis perché ho sempre partecipato a quelli di Torino, e poi perché siamo in un momento storico e politico molto particolare dove stiamo facendo molti passi indietro in merito ai diritti Lgbt. Non si parla più di leggi che riguardano l’omotransfobia e nemmeno del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Con la nascita di un nuovo governo di destra credo che dovremo addirittura difendere le conquiste fatte fino ad oggi. Mi complimento con gli organizzatori di questo Pride perché hanno davvero raggiunto un grande risultato».

«Finalmente qualcosa di normale ad Aosta. - afferma Arianna Ariu, 29 anni, segretaria in una agenzia di assicurazioni - Vengo da Roma e abito ad Aosta da 8 anni, e per la prima volta ho visto in questa città un po’ di apertura mentale. Finalmente sono uscite allo scoperto persone che non si pongono limiti e che non guardano al diverso. Credo che chiunque debba manifestare per i diritti di tutti perché l’amore è l’amore, non devono esistere barriere e non devono esistere limiti, io sono eterosessuale ma mi batto per tutti i diritti Lgbt, dal matrimonio all’adozione perché ribadisco “l’amore è l’amore”».

Felice del Pride anche la giovane Schayen Cambula, 19 anni, studentessa di Aosta, che ha sfilato con il cartello «Contro natura è solo la pizza sull’ananas». «Sono omosessuale e sono fiera di esserlo. - dichiara Schayen Cambula - Sono con la mia fidanzata e siamo venute qui perché vogliamo farci conoscere e far capire a tutti che siamo persone che non fanno nulla di male. Abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri, ma credo che questa manifestazione debba servire non solo a far valere dei diritti ma a far capire alle persone che non siamo mostri e che l’amore non ha limiti». In merito alla grande affluenza del Pride Schayen Cambula osserva: «Non mi sarei mai immaginata Aosta in questo modo ed oggi per la prima Aosta sono davvero fiera della mia città. Ho sempre pensato che questa fosse una città chiusa e senza speranze, ma oggi sono davvero fiera di vivere qui e dei valdostani che sono venuti e ci hanno accompagnato e supportato in questo evento con la loro partecipazione».

Non si aspettava così tanta gente anche il noto artista e ballerino aostano Leonardo Sinopoli, 24 anni. «Vedere una tale folla mi ha commosso perché il Pride è un urlo che parte dalla terra e si eleva fin sopra le persone. - racconta Leonardo Sinopoli - Questo grido una volta partito non si può più fermare. Siamo “tante” e molto “numerose” e quindi non possiamo più stare zittite. Intendo ringraziare anche Vladimir Luxuria che è un’artista straordinaria che puntualmente ricorda le vittime dell’omofobia e della transfobia. Non bisogna fermarsi solo ai diritti ma bisogna anche parlare di altro, come delle difficoltà delle persone Lgbt ad accedere al mondo del lavoro».

Sotto il palco, il ballerino eterosessuale Jacopo Pugliesi, 29 anni, confessa: «Speravo che ci fosse tanta gente ed immaginavo una simile folla. Il cambiamento è iniziato comunque non dobbiamo illuderci perché c’è ancora molto da fare. Bisogna impegnarsi per arrivare a fare capire alla società che questa è la “normalità”. Mi batto da sempre per i diritti Lgbt e contro l’omofobia perché il mio migliore amico è omosessuale. Mi sono trovato al suo fianco da sempre e ho visto tanta ignoranza. Con lui ho capito che i problemi del mondo Lgbt sono molti di più di quelli di cui si parla in televisione».

Non vuole essere una cittadina di “serie B” Anais Sciré, 24 anni, parrucchiera. «Mi ha sorpreso una partecipazione così imponente al primo Aosta Pride, per il semplice fatto che siamo una regione molto piccola e credevo che per paura di essere criticati o di essere presi in giro in tanti evitassero di venire. - ammette Anais Sciré - Ho visto anche gente di Torino e di Milano che conosco e spero che questo Pride sia il primo di tanti ad Aosta perché non siamo persone con meno diritti degli eterosessuali. Io pago le tasse, sono sposata, ho in casa il figlio di mia moglie e voglio essere considerata esattamente come tutte le altre donne».

Felice di tornare in Valle d’Aosta in questa occasione dopo tanto tempo è Simone Meraglia, 29 anni, originario di Châtillon, che ora abita a Barcellona e studia per diventare pilota di aerei. «Sono piacevolmente sorpreso di vedere Aosta mobilitata per il Pride. - evidenzia Simone Meraglia - Non è una carnevalata ma serve per sensibilizzare l’intera società e dare voce a quella non può più essere considerata una minoranza. L’omosessualità è qualcosa di cui si sente parlare ogni giorno e quindi è normalità, com’è giusto che sia».

Vuole lottare per i suoi diritti Alice Sartore, 22 anni, tra gli organizzatori dell’evento e figlia dell’assessore all’Ambiente al Comune di Aosta Loris Sartore. «Siamo davvero contenti e spero che questo sia il primo Pride di tanti che organizzeremo. - auspica Alice Sartore - Non sento l’esigenza di andarmene via da Aosta ma capisco benissimo chi lo fa, per me è un orgoglio essere lesbica, non me ne vergogno e non ho paura di dirlo. Voglio rimanere qui e lottare per far cambiare la Valle d’Aosta».

Schayen Cambula
Anais Sciré
Alice Sartore
Arianna Ariu
La folla in piazza Chanoux ad Aosta per il primo Aosta Pride di sabato scorso, 8 ottobre
Jacopo Pugliesi
Leonardo Sinopoli

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