Aosta Pride, ricorso al Tar della Lega contro il patrocinio del Comune

Aosta Pride, ricorso al Tar della Lega contro il patrocinio del Comune
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Si riaccende la polemica sul patrocino del Comune di Aosta agli eventi del primo Aosta Pride culminato con la sabato 8 ottobre. A suonare la carica è la Lega Vallée d’Aoste che contro tale iniziativa ha depositato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. L'Amministrazione aveva concesso anche un contributo di circa 10 mila euro all'evento che aveva richiamato oltre 3.000 partecipanti. Secondo Paolo Sammaritani, avvocato e consigliere regionale della Lega, che ha depositato il ricorso insieme al legale Massimo Balì, «Il regolamento comunale sui patrocini impedisce al Comune di Aosta di patrocinare eventi a carattere politico. Inoltre nell'esaminare le carte abbiamo trovato errori formali nel procedimento». Quindi Paolo Sammaritani ricorda: «Avevamo già trasmesso una diffida al Comune per chiedere l'annullamento in autotela».

In particolare, spiega Paolo Sammaritani, «Il Pride si autodefinisce associazione che difende diritti politici di persone che hanno determinate idee. L'assessore comunale Samuele Tedesco aveva anche dichiarato che la manifestazione andava spostata dalla sua data inizialmente prevista, il 24 settembre, perché coincideva con il sabato di silenzio elettorale. Quindi era evidente il suo carattere politico». L'udienza davanti ai giudici amministrativi non è al momento ancora stata fissata.

In occasione del Consiglio comunale di mercoledì scorso, 26 ottobre, il sindaco Gianni Nuti ha affrontato la vicenda dichiarando che «Non entro nel merito della questione che sarà oggetto di giudizio da parte di un altro organo dello Stato, che non è quello politico. Però rileviamo innanzitutto che sembra che questi anni non siano passati insegnandoci qualcosa: i poteri devono essere divisi, separati, devono lavorare in modo che ci sia un controllo reciproco, ma non per far politica utilizzando l'apparato giudiziario Vogliamo fare una battaglia politica contro un certo tipo di visione del mondo? Fatela, ne avete diritto, ma nei posti giusti».

Immediata la replica di Paolo Sammaritani: «A proposito dell’intervento del Sindaco sul patrocinio del Comune all’Aosta Pride, rilevo che anziché parlare del rispetto dei procedimenti e del regolamento comunale e del relativo divieto di patrocinare, anche economicamente, eventi con connotazione politica, il professor Nuti ha utilizzato l’ormai logora tattica di sviare dal tema, per parlare di odio sociale, luoghi della politica, amore fra le persone e cose del genere. A me interessa solo che chi amministra enti pubblici rispetti le regole e non faccia politica con gli strumenti pubblici e i soldi dei cittadini tutti e se mi sorge il dubbio di irregolarità, prima avviso, come abbiamo fatto, e poi, se del caso, vado anche in Tribunale, pure a costo di passare per quello che non sono e di subire etichettature infondate».

Atti vandalici al cimitero

Invece il capogruppo de La Renaissance valdôtaine Giovanni Girardini con una mozione - respinta al termine del dibattito - ha chiesto maggiori controlli al cimitero, in seguito a una serie di attivandalici segnalata da dei cittadini. Giovanni Girardini auspicava inoltre il potenziamento della videosorveglianza.

La vicesindaca Josette Borre nella sua risposta ha precisato che «Gli atti vandalici vanno denunciati. E’ inutile che il Comune implementi il sistema di videosorveglianza se non ci sono denunce. Una descrizione dei fatti fornirebbe indicazioni sulle soluzioni da mettere in campo». A tal fine la vicesindaca Josette Borre invita a «Segnalare gli episodi ai custodi, agli operai e agli operatori del tempio crematorio perché servirebbe a noi per capire quando e come gli atti vandalici accadono».

Dal canto suo, Girardini ha riferito che è stata «Nuovamente ribaltata a calci la fioriera appena rimessa a posto per Ognissanti sulla mia tomba di famiglia. Questo lascia il tempo che trova sicuramente perché c’è qualcuno che ce l’ha con me per il mio impegno politico. Il punto è che ho ricevuto messaggi da altri cittadini che hanno ritrovato le loro lapidi rovinate da colpi o dagli acidi».

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