Aosta Pride: oggi, sabato 8, attesi duemila partecipanti alla parata
Tra polemiche e inviti a partecipare è arrivato il giorno dell’evento clou del primo Aosta Pride al quale è attesa la partecipazione di 2mila persone. Oggi, sabato 8 ottobre, infatti, il capoluogo regionale accoglie la parata conclusiva “Foura tcheutte!”, il cui ritrovo è fissato alle 14.30 in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, sul lato di via Vevey. Il corteo percorre via Torino fino all’Arco d’Augusto, prosegue lungo viale Federico Chabod, per poi percorrere corso Padre Lorenzo, via Xavier de Maistre, e concludersi in piazza Émile Chanoux. La giornata prosegue dalle 23 al Fashion, in Località Amerique a Quart, con Bionda - Pride afterparty, serata in salsa romana, con Cristy McBacon, Cristina Prenestina e lo staff di Latte Fresco, la musica dei dj Pape e Erik di Latte Fresco. I dettagli sono sul sito aostapride.it.
Inviti a partecipare
Il presidente di Equality Italia - organizzazione nazionale di respiro europeo che opera per i diritti civili - Aurelio Mancuso annuncia: «Partecipo con grande emozione al Pride di Aosta. Alle organizzatrici e organizzatori dell’evento va il mio personale ringraziamento e del gruppo fondatore dell’Arcigay 28 giugno, che il 9 marzo 1995 diede vita alla prima associazione gay e lesbica in Valle d’Aosta. Dopo quasi 2 anni di riflessioni, riunioni tra amiche e amici che si conoscevano da tempo, maturò la decisione di impegnarci per costruire una presenza visibile delle persone lesbiche e gay nella nostra regione. Seguirono tante iniziative culturali, feste, incontri con le istituzioni civili e religiose, ma soprattutto emersero dalla clandestinità sociale numerose persone, rincuorate da un’accoglienza nell’opinione pubblica positiva. Dopo quasi trent’anni molte cose sono cambiate, oggi le/i giovani sono più libere/i, possono contare su leggi come le unioni civili, anche se il cammino per la piena uguaglianza è ancora lungo. Ci auguriamo che il Pride sia partecipato, con la presenza di tante e tanti, indipendentemente dai loro orientamenti e identità sessuali, per amore delle differenze e delle libertà».
Un invito a partecipare giunge pure dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia della Valle d’Aosta che in una nota ricorda l’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». La nota prosegue: «Tra tutti i periodi storici segnati dalle discriminazioni sessuali punite con incarcerazione, negazione, tortura e morte del mondo LGBT, l’Anpi non può dimenticare il periodo nazifascista. I nazisti codificarono nel noto articolo 175 del codice penale l’omosessualità come un reato punibile con 10 anni di carcere e praticarono l’internamento nei campi di concentramento bollando le vittime con il cosiddetto “triangolo rosa”, mentre il regime fascista negò persino l’esistenza, intollerabile al governo dell’epoca, degli omosessuali in Italia, definendoli un “problema” praticamente inesistente governabile con la polizia e il confino, come si può leggere nella relazione della Commissione Appiani sul codice Rocco La persecuzione perdura tutt’oggi: basti pensare che solo il 17 maggio 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l'omosessualità dalle malattie mentali definendola "una variante naturale del comportamento umano"». L’Anpi conclude: «È ora di dimostrare che uguaglianza per noi non è una parola, ma è un bene irrinunciabile nella totalità del suo significato».