Anna Joly, una vita nel segno dell’amore e della famiglia
Domenica scorsa, 21 marzo, a soli 66 anni, è scomparsa Anna Joly. Ha lottato fino all’ultimo contro la malattia con quella tenacia che la contraddistingueva, circondata sempre dai suoi affetti più cari. Di «straordinario esempio di amore silenzioso e profondo» ha parlato il parroco don Alessandro Venturin durante l’ultimo saluto ad Anna, martedì 23 marzo, ricordando proprio la piccola-grande famiglia che l’ha accudita e protetta restituendo quanto lei aveva dato loro negli anni insieme. Dall’amore per Roberto Vuillermin, con cui era sposata da 46 anni, e che li rendeva inseparabili, sono nate le figlie Vilma e Cristina con cui ha sempre condiviso le gioie e i dolori degli anni e, soprattutto, l’affetto per il suo paese.
«Con radici anche a Borgofranco, - racconta Cristina - si innamorò di questo paese da quando conobbe papà; insieme partecipavano alle feste degli Alpini, ai concerti, agli eventi come la festa della zucca». Così, se Roberto si occupava di coltivare le cucurbitacee, Anna inventava ricette e, insieme alla figlie, il giorno della festa, allestiva il banchetto in paese per l’esposizione. «C’era una continua collaborazione e lei sapeva sempre come spronare ognuno di noi a vedere con ottimismo gli eventi della vita. - continua la figlia Cristina - Era un’ottima cuoca ed era abile in tutte le attività manuali che ci portavano a vivere lunghi momenti di chiacchiere insieme».
La vita di Anna sembra ricalcare un tempo fatto di cose semplici che pare tanto distante ma che, in realtà, nasce dalla forte volontà di accudire il focolare domestico. Per 40 anni ha lavorato alla Tecnomec di Arnad ma nella casa familiare trovò sempre il tempo di accudire anche gli animali della cascina e la campagna. «In ogni cosa che faceva, mamma metteva in gioco tutta se stessa dando quanto più possibile agli altri senza mai voler disturbare». Il suo era un sorriso sincero e contagioso perché trasmetteva tutta la sua voglia di vivere che era diventata ancora più grande con l’arrivo, negli anni, delle sue nipotine Annika, Nicole ed Elide che ora, nel linguaggio dell’infanzia che racchiude più gesti premurosi che parole, danno coraggio e calore a tutta la famiglia. Perché Anna Joly, nata il primo giorno d’inverno di 66 anni fa, ha lasciato un grande vuoto, ma anche la certezza che c’è un tempo in cui il bene fatto ritorna per farsi raccogliere. È andata via il primo giorno di primavera, nella stagione delle rose che tanto amava, come un fiore che, guardato da tutti, non immagina quanto straordinario sia quel suo vivere discreto.