Angelo Vallacqua, fragranze meravigliose hanno profumato una vita ricca di soddisfazioni

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All'inizio della storia c'è un uomo forte, nato nel 1859 nel Regno borbonico delle Due Sicilie e morto ultranovantenne nel 1951 sotto la Repubblica, dopo aver ascoltato nel 1882 il discorso di Giuseppe Garibaldi prima del ritiro a Caprera ed essere stato per alcuni anni negli Stati Uniti. Il suo nome, Angelo Vallacqua, è lo stesso del nipote che, grazie alla grande passione del padre Giacomo, ha dato vita ad Aosta ad una raffinata scelta nella profumeria, che è diventata un marchio di qualità, accompagnato sempre da una grande passione per la montagna.

Ad aprire la strada ad una professione totalmente diversa da quella dell'avo, il nonno Angelo, originario di Villarosa nell’attuale provincia siciliana di Enna, già caruso nelle miniere di zolfo, è Giacomo: anche lui per un periodo era stato in miniera, dove presto viste le sue qualità venne incaricato di nuove mansioni così da essere soprannominato «ingegnerino». Comunque per lui quelle giornate in miniera costituivano uno stimolo ad andarsene, a cercare nuove strade, come d’altronde facevano i suoi compaesani. Giacomo Vallacqua era nato il 5 febbraio del 1902, in una Villarosa che faceva tredicimila abitanti, quasi il doppio dell’Aosta dell’epoca, la cui popolazione è ora più che dimezzata per il fenomeno dell’emigrazione che praticamente interessò tutti i villarosani.

Giacomo aveva il desiderio di cambiare la sua vita e quando negli anni Venti venne chiamato per il servizio militare sfruttò l’opportunità di trovarsi al nord per diventare barbiere, e poi parrucchiere, rinunciando alla proposta, ricevuta sotto le armi, di entrare definitivamente nella Regia Guardia di Finanza.

«Mio padre Giacomo a Torino era direttore di un istituto di bellezza. - racconta Angelo Vallacqua, "junior", che a ottantacinque anni ogni mattina va ancora nella profumeria di via De Tillier che porta il suo cognome - Aveva iniziato come lavorante in prestigiose botteghe di barbieri, a Genova e poi a Torino, diventando poi "maestro parrucchiere". In estate, durante le sue ferie, saliva in Valle d'Aosta, dove insegnava ai pochi coiffeurs locali le sue tecniche di tintura e di ondulazione con il ferro caldo, all’epoca di gran moda. Veniva con il treno fino ad Aosta e da qui si spostava con la corriera raggiungendo a Gressoney, Valtournenche e Courmayeur, dove gli albergatori gli riservavano una stanza dove poteva prendersi cura dei capelli delle clienti in villeggiatura.»

Durante l'anno, nella sua abitazione di Torino, sperimentava nuove formule di liquidi per la permanente «Tanto che aveva già trovato alcune tinture per capelli - continua Angelo Vallacqua - poi cedute alla nascente L'Oréal. Quindi, alla fine degli anni Venti, il regime fascista aveva iniziato il progetto di ricostruire via Roma a Torino, che avrebbe comportato la demolizione di decine di edifici Ottocenteschi, di conseguenza pure il suo salone di bellezza avrebbe dovuto chiudere, così mio padre Giacomo decise di trasferirsi ad Aosta, città che aveva imparato ad apprezzare nei suoi viaggi di lavoro.»

«Venne subito assunto da uno dei rari parrucchieri della città, l'atelier Marguerettaz, in quella via Roma che oggi si chiama via De Tillier. Nel 1929 decise di mettersi in proprio: aprì un negozio in via Aubert, di fronte alla chiesa di Santa Croce, in un locale che prima ospitava una fucina: rifece gli intonaci, sostituì il portone con una vetrina e coronò anche l'altro progetto, quello di sposare il 14 ottobre 1933 la fidanzata Rosa detta Rosina Cammarata, mia mamma, nata nel 1910.»

In breve tempo, senza i social di oggi ma con il tradizionale passaparola di un tempo, ugualmente veloce, si viene a sapere di questo parrucchiere che da Torino si è trasferito ad Aosta e pertanto le dame dell'entourage della Casa Reale che soggiornano al castello di Sarre iniziano a frequentare il suo negozio. I risultati devono essere più che soddisfacenti, visto che Giacomo ha la grande soddisfazione di servire pure la principessa di Piemonte, Maria Josè del Belgio, dal gennaio del 1930 moglie di Umberto di Savoia, con viaggio di nozze trascorso a Courmayeur.

Sono gli anni delle specializzazioni da Elisabeth Arden, della medaglia d'oro del 1931 all'Expo internazionale di Parigi, dell’auto che ogni settimana da Sarre lo veniva a prendere per portarlo dalla principessa Maria José, di cui lui domava i molti riccioli. «Nel 1939 - racconta Angelo Vallacqua - papà Giacomo si vide assegnare la qualifica di fornitore ufficiale della Principessa di Piemonte, una gratificazione che lo rese molto orgoglioso. Intanto mia madre Rosina si era specializzata frequentando a Milano i corsi della Elisabeth Arden, di cui poi mio padre ottenne la concessione per vendere i prodotti ad Aosta. Questo avvenne nonostante i dubbi dei responsabili del celebre marchio americano, tanto che, quando papà Giacomo si recò a Milano per chiedere la concessione, si sentì ribattere: "Ma a chi pensa di vendere i nostri prodotti? Alle mucche?". Invece le famiglie bene della città già lo conoscevano e lo apprezzavano, perciò con questo marchio ebbe subito successo.»

E’ il 18 settembre del 1935, quando la coppia festeggia la nascita di Angelo, seguito cinque anni dopo dal fratello Giulio, poi diventato ingegnere. In quel 1940, Giacomo aprì la prima profumeria della città in via Roma ora De Tillier di fronte all'Ancien Bazar, vicino all'attuale tabacchino. «Il locale era di Umberto Rivolin, nonno del chirurgo Umberto Parini, proprietario della conceria che si trovava nei pressi del ponte sul Buthier, all’inizio dell’attuale via Mont Emilius. - ricorda ancora Angelo Vallacqua - La figlia Ester aveva spostato il tenente Giorgio Parini, che era diventato nostro medico di famiglia, dato che abitavamo sopra il negozio. Lì però aveva aperto solo la profumeria, mentre aveva ceduto l'attività di parrucchiere al fratello Michele, che ci aveva raggiunti ad Aosta e che fu alpino del Battaglione Aosta e poi partigiano a Cogne e che continuò l'attività nel viale della Stazione, sopra il negozio attuale di Dario Nicoli. Nel 1965, dopo venticinque anni, papà Giacomo ha avuto l'occasione di acquistare un locale da destinare a profumeria in via Festaz, al piano terreno dei nuovi condomini, e aveva comperato pure uno spazio in via Bramafam, dove io avevo aperto il mio laboratorio di acque di colonia.»

Facendo un salto indietro, Angelo Vallacqua è il bambino che come luogo di giochi ha i giardini della stazione e l’attuale avenue Conseil des Commis, all’epoca via Vittorio Emanuele. «Nel 1938 da via Aubert, ci eravamo trasferiti ad abitare al primo piano della casa Cuaz e pure mio papà aveva trasferito lì il suo negozio di acconciature, poi ceduto allo zio Michele. Quindi il mio mondo di ragazzo era racchiuso in quei pochi metri, la scuola dietro al Municipio, la piazza Carlo Alberto e il viale che portava alla stazione ferroviaria, dove il nostro gruppo organizzava le sue scorribande, con i fratelli Vittorio e Paolo Cuaz, Franco Cola e Angelo Frola, la cui famiglia era proprietaria dell’Albergo Alpino».

Poi arrivarono gli studi di ragioneria, al Saint Bénin sede dell’Istituto “Innocenzo Manzetti”, con il diploma nel 1954 e con la redazione del celebre periodico scolastico “I manzettini”, con l’immagine grafica dei giovani bovini che ironizzava appunto con la denominazione della scuola. Sono gli anni della nascita delle passioni per la montagna e per il canto, passioni comuni a tanti giovani dell’Aosta dell’epoca. L’iscrizione al Club Alpino Italiano è quasi un rito obbligato, come pure la partecipazione a tutte le escursioni e alle gite sociali organizzate dall’animatore Giulio Bus. Con gli amici Angelo Vallacqua si cimenta in numerose ascensioni: dal Mont Emilius al Gran Paradiso, alla Becca di Viou. «Quando gli studi lo permettevano, ogni giornata libera era trascorsa “in quota”. I miei compari di montagna erano Ermanno Saivetto, compagno di scuola diventato dirigente della Stipel, Piero Andreo poi diventato falegname, Raimondo Rosset impiegato in Regione.»

L’amore per la montagna diventa pure l’occasione nel 1957 per frequentare il corso da ufficiale di complemento negli Alpini, con la successiva assegnazione proprio al Battaglione Aosta nella sua città. «La nostra compagnia era comandata dal capitano Domenico Fabrizi, già ufficiale nel famoso Battaglione Piemonte che partecipò alla Guerra di Liberazione. Con lui furono numerose le esperienze in montagna, come la salita al Ciarforon.»

E’ del 1960 invece il suo ingresso, come tenore, nel Coro Penne Nere, che lascia nel 1994 e con il quale ha vissuto delle esperienze indimenticabili, a cominciare da quella di avere prestato soccorso nel 1976 alle popolazioni del Friuli colpite dal grave terremoto.

Pur studente di ragioneria e successivamente sottotenente degli Alpini, Angelo Vallacqua - che nel 1951 a sedici anni aveva perso la mamma Rosina - collabora con la profumeria, affiancando il papà Giacomo in quello che era non solo un lavoro, ma una vera e propria vocazione famigliare. «Avevamo acquistato le macchine per la produzione delle acque da colonia e io stavo imparando. Le tasse doganali erano ancora alte per i profumi stranieri, mentre l'alcool godeva dei buoni per l’esenzione fiscale in Valle d’Aosta che si ritiravano all'Ufficio zona franca: lo compravamo in bidoni da duecento litri, veniva lavorato, si aggiungevano le essenze, si abbassava da novantasei gradi a ottanta, quindi si utilizzavano dei filtri per recuperare la limpidezza.»

Ed ecco nato il prodotto che ha fatto la storia della profumeria Vallacqua: le acque di colonia dal prezzo «speciale». «Mettevamo la fascetta - spiega Angelo Vallacqua - come sui liquori, che potevano essere esenti da tributi "purché fossero consumati in Valle d'Aosta" e allo stesso modo consideravamo i profumi, che vendevamo anche ai turisti. Le nostre colonie classiche contenevano essenza di bergamotto e di lavanda: la colonia ha più uno scopo igienico, di pulizia, mentre in quegli anni andavano molto i profumi Rochas che importavamo. Poi abbiamo creato alcuni profumi nostri, ispirati al territorio: il "Bois de Rascard", che voleva ricordare il sentore boscoso, e il "Flassin". I turisti li consideravano un prodotto tipico a prezzo abbordabile.»

All’inizio degli anni Sessanta, l’attivissimo Angelo Vallacqua conosce l’aostana Carla Ferrari. Tuttavia la passione per l’alpinismo non si ferma e così un giorno parte con gli amici per raggiungere la vetta del Gran Paradiso, un’escursione di un paio di giorni, con tappa al Rifugio Vittorio Emanuele. Al rientro la fidanzata Carla Ferrari non lo accoglie molto bene, anzi gli dice le famose parole «o la montagna o me» e da quel momento Angelo abbandona le scalate e si limita alle passeggiate. Si sposano il 7 settembre del 1966, «Giorno di San Grato. Il negozio era chiuso, ne abbiamo approfittato per celebrare il matrimonio». Poi arrivano le amate figlie Rosalba nel 1967 e Monica nel 1970.

Assieme alle tante soddisfazioni legate alla nuova famiglia e all’intensa attività imprenditoriale, Angelo Vallacqua perde nel 1969 il papà Giacomo e quindi nel 1977 decide di tornare con la sua profumeria nella via centrale di Aosta, lasciando il negozio di via Festaz. Così la Profumeria Vallacqua si sposta dove è ancora oggi, in via De Tilier, con uno sguardo su piazza Chanoux. «Come mia mamma si era formata da Elisabeth Arden, mia moglie Carla si è appassionata e ha seguito i corsi da Lancome e Rubinstein, mentre la lunga storia legata alla produzione delle colonie e dei profumi è durata fino al 1998, quando ho chiuso quell’attività per raggiunti i limiti di età, anche perché con l'arrivo dell’Unione europea le imposte sono state livellate e non ne valeva più la pena, non riuscendo più a praticare dei prezzi realmente vantaggiosi per il pubblico.»

I profumi e le colonie, però, ci sono ancora. «Nella gestione attuale, mia figlia Rosalba fa parte del consorzio nazionale Ethos: quindi le forniture sono convenienti rispetto al mercato, perché gli acquisti sono concordati in grandi quantità, riuscendo ad ottenere condizioni migliori che poi si riflettono sui prezzi riservati alla nostra clientela.»

Accanto a Rosalba, oggi, sono il marito Luigi Miriello e la figlia Elena, che ha ventisette anni e che rappresenta la quarta generazione dei Vallacqua profumieri. «Mia nipote si occupa anche della parte social dell'attività - conclude Angelo Vallacqua - mentre l'altra mia figlia, Monica, ha una laurea in naturopatia e porta avanti la sua attività in Veneto. Quel che dovevo fare l'ho realizzato, tutti i miei progetti famigliari ed imprenditoriali mi hanno dato tante soddisfazioni, ho amato il mio lavoro e le mie passioni e oggi bisogna combattere con le armi adeguate, ogni cosa ha il suo tempo, largo ai giovani pertanto con la stessa filosofia con la quale mio papà Giacomo mi lanciò nel mondo di queste fragranze meravigliose.»

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